Coronavirus in Italia: “Ci troviamo di fronte ad una vicenda di portata epocale, storica, non è possibile giocare a porte aperte”

Coronavirus, Ricciardi: "La mia previsione è che anche gli altri Paesi saranno interessati da questo fenomeno nelle prossime settimane"
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Noi tecnici diamo un consiglio alla politica, ma è la politica a scegliere. Da una settimana a questa parte c’è un’allineamento perfetto tra scienza e politica, anche se non nascondo che è capitato qualche momento di tensione. La mia previsione è che anche gli altri Paesi saranno interessati da questo fenomeno nelle prossime settimane, l’attenzione nei confronti dell’Italia si attenuerà. Anche in altri Paesi verranno adottate simili misure di sicurezza ed in qualche modo sarà tutta l’umanità ad essere in sintonia. Il virus sarà sconfitto solo dalla collaborazione internazionale“: lo ha dichiarato, a Radio Punto Nuovo, Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo OMS, consigliere del ministro Speranza per il coronavirus e consulente Coni.
Dobbiamo evitare assembramenti di persone ravvicinate l’una dall’altra nel momento in cui questo virus circola fortemente, in particolare in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Per le altre le decisioni vanno prese minuto dopo minuto, sulla base dell’evidenza scientifica. Giocare a porte chiuse non è bello, ma per non falsare il campionato, è l’unica cosa da fare per aggirare quest’emergenza“, “soprattutto in quelle tre regioni, al momento abbiamo una trasmissione R2: ogni persona infetta la trasmette ad altre 2. Non ci possiamo permettere il rischio di tante persone insieme, significherebbe agevolare la diffusione del virus. Ci troviamo di fronte ad una vicenda di portata epocale, storica, bisogna prendere decisioni all’altezza della situazione. Il calcio come tutti gli altri sport che prevedono aggregazione di massa, devono capire che non è possibile giocare a porte aperte, almeno nelle tre regioni più gravi. Nelle altre regioni contiamo di limitare la circolazione del virus ai pochi casi che sono in connessione con i focolai. Ho avuto contatti con il ministro Spadafora che ha compreso le ragioni della scienza ed ha assunto un grande senso di responsabilità che devono avere tutti“.

Galli (Sacco): “Situazione che non ha precedenti”

Ci troviamo di fronte a una situazione che non ha precedenti in questa dimensione e con queste caratteristiche. Dobbiamo avere la capacita’ di trovare soluzioni nuove per tutta una serie di problemi che si pongono, sempre cercando di rispettare il limite della sicurezza per il personale e la sicurezza generale della gestione“: lo ha dichiarato a Sky TG24 Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. “Alcuni ospedali lombardi sono sotto uno stress ancora piu’ pesante di quello che puo’ avere l’ospedale Sacco, che si addestra da anni a fronteggiare certe emergenze. Eravamo noi, assieme all’ospedale Spallanzani di Roma, che avremmo dovuto fronteggiare questo genere di epidemie. Solo che questa e’ un’epidemia che ha una scala maggiore di tutto quello che si poteva pensare, prevedere, prevenire“.

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