Coronavirus: in Italia “è una settimana molto importante, la curva di contagio dipende da noi”

Coronaviruse e curva di contagio, Brusaferro: "Bisogna aspettare ancora qualche giorno per capire la tendenza, questa è una settimana molto importante"
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Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
Sui numeri registrati nella giornata di ieri: “Io sono prudente, come ho sempre detto dobbiamo guardare i dati con grande attenzione, analizzarli anche dal punto di vista epidemiologico. Bisogna aspettare ancora qualche giorno per capire la tendenza, questa è una settimana molto importante. Questi sono dati nazionali: aggregano i dati delle regioni dove c’è elevata circolazione con quelli di regioni dove la circolazione è ancora limitata. Dobbiamo tenerne conto, fare in modo che le regioni dove la circolazione è ancora limitata continuino ad averla limitata. Bisogna fare di tutto affinché le curve del nord non arrivino al sud. Fare in modo che il numero di persone che si infetta sia più limitato e che quindi le persone che poi necessitano di cure presso ospedali o terapie intensive sia tale da poter essere approntato“.
La curva del contagio dipende da noi: “La curva dipenda da noi. Il virus non ha confini, confini amministrativi, geografici, non preferisce il nord o il sud, ma dipende dai comportamenti. Si trasmette di persona in persona, si trasmette attraverso le goccioline e il contatto, il distanziamento sociale, il mantenere le distanze, l’igiene personale, sono le misure importanti che limitano la diffusione del virus“.
Sulle ultime misure varate dal Governo: “Credo che tutte le misure che ci aiutano, ci guidano e ci aiutano a mantenere il distanziamento sociale sono benvenute. Le misure ci aiutano però poi la scelta è nostra. E’ un grande sforzo di noi italiani di farci carico della salute nostra e di chi attorno a noi è più fragile.
Niente illusioni: “Guardiamo a questa settimana e sforziamoci tutti di avere i comportamenti giusti. Un comportamento scorretto di oggi si riverbererà nelle prossime due settimane. Non dobbiamo illuderci rispetto a un piccolo calo, la capacità nostra di essere rigorosi nel rispettare le misure influirà certamente sulle dinamiche delle curve in tutte le regioni“.
Sull’avigan e altri farmaci potenzialmente utili nella lotta al coronavirus: “Siamo un Paese che in questa fase storica e in questa contingenza ha adottato il metodo della trasparenza come metodo guida. L’agenzia italiana per il farmaco sta facendo uno splendido lavoro di catalogazione e inserimento di tutte le possibili sperimentazioni in maniera trasparente sul suo sito. Dobbiamo guardare a questo sforzo che stiamo facendo come Paese come a una garanzia per trovare la migliore soluzione possibile. Dovremo capire quale farmaco sarà più efficace, ma lo capiremo solo facendo studi metodologicamente corretti e coordinati. Facendo così, faremo un lavoro importante per noi ma anche per il resto del mondo“.
Capitolo mascherine: “Le mascherine non sono necessarie se si mantiene la distanza di sicurezza di almeno un metro. Devono usarle le persone che hanno sintomi respiratori, come tosse, raffreddore o altre cose. Ma per proteggere gli altri. Se uno vuole proteggersi perché durante il percorso non riesce a mantenere sempre la distanza, la mascherina è la soluzione ma in carenza di mascherine si possono usare anche altri sistemi come sciarpe o foulard“.
Sul perché alla base di così tanti decessi in Italia: “Noi ricercatori, che studiamo questa epidemia, ci poniamo questa domanda ogni giorno. Questo tipo di infezione è più letale per le persone più anziane. E’ il motivo per cui raccomandiamo agli anziani di stare a casa. Il numero più elevato di morti in italia, in parte, è giustificato dal fatto che abbiamo una popolazione più anziana. Altri elementi possono essere sostanzialmente che le percentuali vengono calcolate sulla popolazione dei positivi che viene riportata. Noi in questo momento classifichiamo come positivi le persone che hanno soprattutto sintomatologia. Il che ovviamente tiene meno conto di tutti i positivi che sono asintomatici e che magari non sono stati individuati. Questa è un’altra delle ragioni. Poi sulle altre ragioni stiamo cercando di capire cosa avviene. Bisogna essere tassativi nella protezione nelle case di riposo. Bisogna evitare che ci siano positivi, sia per quanto riguarda i degenti che per quanto riguarda il personale“.

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