Coronavirus, paura in Spagna: “A breve dovremo scegliere chi salvare”

Pochi giorni fa oltre centomila persone sono scese in piazza a Madrid l'8 marzo per celebrare la Festa della Donna e oggi il coronavirus sta piegando il paese
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In Spagna si dovrà decidere che vale la pena salvare e chi no, per via dei posti letto in rianimazione. Con l’aumento esponenziale del contagio da coronavirus e la temuta saturazione dei reparti di terapia intensiva si sta materializzando l’incubo peggiore per i medici: cure salvavita non piu’ per tutti ma solo per chi ha maggiori possibilita’ di farcela. La Spagna è seconda solo all’Italia per numero di morti e di malati, il gruppo di lavoro di bioetica della Societa’ spagnola di medicina intensiva ha redatto una guida per aiutare i medici a decidere. Di fronte a pazienti con patologie simili, il testo raccomanda di “dare la priorita’ a chi ha la piu’ alta aspettativa di vita con qualita’” adeguata e di “valutare attentamente il beneficio dell’ammissione di pazienti con un’aspettativa di vita inferiore a due anni“.

Eppure, solo pochi giorni fa oltre centomila persone sono scese in piazza a Madrid l’8 marzo per celebrare la Festa della Donna. Ad oggi il 52 per cento delle persone contagiate, e cioe’ 10.542, sono ricoverate, 1.141 di esse in terapia intensiva. Un numero destinato a crescere rapidamente e a saturare i 4.400 posti letto in rianimazione di cui dispone l’intero Paese tra ospedali pubblici e cliniche private. “I giorni peggiori devono ancora arrivare“, ha predetto il ministro della Sanita’ Salvador Illa, ed e’ lontano il picco dopo il quale la curva dei contagi inizia a scendere, mentre non c’e’ ancora una data per l’operativita’ dei tamponi rapidi per la diagnosi del contagio che avrebbero dovuto essere pronti per questo fine settimana. Da ieri tutti gli hotel sono chiusi e si iniziano a montare gli ospedali da campo. Intanto i medici si preparano a scegliere chi avra’ diritto a un respiratore e chi no.

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