Coronavirus, 100 persone dirette in Sicilia in quarantena al Grand Hotel Excelsior di Reggio Calabria

Coronavirus, gli ultimi aggiornamenti sulla situazione di alta tensione che da 3 giorni interessa lo Stretto di Messina
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Potrebbero rimanere in quarantena in Calabria le circa 100 persone giunte in auto fino a Villa San Giovanni e bloccate agli imbarcaderi perchè ritenute non in regola con le disposizioni dettate dal governo per il contenimento del contagio del coronavirus. Oltre alle disposizioni del governo e alle proteste del sindaco di Messina Cateno De Luca, a sbarrare loro il passo è stato il governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, che ha emanato una sua ordinanza restrittiva. In nottata circa 150 persone, per lo più famiglie con minori, anziani e donne, hanno potuto raggiungere la Sicilia traghettando dal porto di Reggio Calabria dopo l’intervento risolutivo del governatore della Regione Calabria Jole Santelli con il Ministero. L’intervento della Santelli ha consentito il passaggio di queste prime 150 persone, fatte rientrare con una nave bidirezionale dal porto di Reggio Calabria per motivi di sicurezza. L’azione sinergica delle istituzioni locali, delle forze dell’ordine e delle Prefetture ha consentito prima il trasferimento da Villa San Giovanni a Reggio Calabria ed il successivo passaggio dei nuclei familiari con minori, donne ed anziani che hanno traghettato verso il porto di Tremestieri (Messina).

“Ieri sera c’è stata un’interlocuzione fra il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e il governatore della Calabria Jole Santelli – spiega all’Adnkronos l’assessore del Comune di Messina Dafne Musolino A Villa San Giovanni c’erano 150 persone: 50 sono arrivate a Messina e sono state scortate all’hotel Europa, nella zona sud, dove rimarranno in isolamento, le altre 100 sono rimaste in Calabria“. “Sono tutte persone senza autorizzazione – precisa l’assessore – e che sono state denunciate. Dovevano tutti recarsi in altre parti della Sicilia, tanto che stanotte nell’albergo dove sono stati portati ci sono stati alcuni momenti di tensioni con la polizia perché non volevano rimanere lì”.

Le altre persone rimaste hanno inizialmente attivato una forma di protesta, ma adesso la situazione è rientrata. Con ogni probabilità verranno sistemate nel Grand Hotel Excelsior di Reggio Calabria (una struttura a 4 stelle sul Lungomare cittadino) dove già una ventina di questi ha trascorso la scorsa notte, e dove tutti i 130 dovranno rimanere chiusi 14 giorni rispettando la quarantena. E’ bene però precisare che non tutte queste 130 persone provengono dalle regioni del Nord Italia. C’è anche un gruppo di operai edili, rientrati in treno dalla Puglia, dove erano impegnati in un appalto. Stanotte molti hanno dormito nelle proprie autovetture. L’assistenza e’ stata garantita dal Comune di Villa San Giovanni, dal personale della Protezione civile, dalla polizia metropolitana e dalle forze dell’ordine. Le condizioni meteorologiche non sono delle migliori, nelle ultime 48 ore, nell’area dello Stretto si e’ registrato un abbassamento delle temperature, con piogge costanti, che hanno creato ulteriori disagi ai malcapitati ormai da due giorni in attesa di capire se riusciranno a rientrare in Sicilia.

Abbiamo trascorso una notte orribile, al freddo. Tossiamo tutti. La polizia ci ha comunicato che l’unica soluzione e’ fare la quarantena in un hotel di Reggio Calabria. Ma noi non siamo d’accordo. Il nostro non e’ uno spostamento da un Comune all’altro, noi stiamo rimpatriando e vogliamo andare a casa nostra“. Dalle 14 di ieri Gianna con il marito e un collega della Costa Crociere e’ bloccata in una saletta della stazione di Villa San Giovanni, dopo avere ricevuto il via libera a partire dalla polizia ferroviaria di Roma. Con loro ci sono altre dieci persone provenienti da diverse citta’ italiane. Tutti sono stati denunciati per non avere rispettato il decreto che impedisce gli spostamenti sul territorio nazionale nell’ambito delle misure di contenimento del contagio Covid-19. “Siamo partiti sani e rischiamo di arrivare ammalati. Noi vogliamo soltanto raggiungere la nostra unica casa, non abbiamo altri posti dove andare“, spiega Gianna. La donna denuncia un comportamento diverso nei confronti dei dipendenti di un’altra nave di Costa Crociere, che hanno potuto raggiungere le loro abitazioni in Sicilia. “Ci arrestino, noi non ci muoviamo da qui“, avverte.

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