Coronavirus, quando si tornerà alla vita “normale”? “Niente riaperture, il blocco verrà allungato almeno altre 2 settimane”

Coronavirus, Rezza: "Ancora dobbiamo vedere gli effetti chiari delle misure di contenimento e già pensiamo alla vita normale? Non esiste"
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Macché riaperture. Dobbiamo toglierci questa parola dalla testa per un bel po’“: lo ha dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive Istituto Superiore di Sanità. “Ancora dobbiamo vedere gli effetti chiari delle misure di contenimento e già pensiamo alla vita normale? Non esiste. Il virus non scompare per incanto e se anche avessimo la bacchetta magica per eliminarlo dovremmo fare i conti col resto d’Europa, con i Paesi che non hanno adottato provvedimenti forti prendendo a modello la città di Wuhan, dove è cominciata l’epidemia. Che facciamo, sigilliamo le frontiere per difenderci?“.
Sul prolungamento delle misure, che sembra ormai inevitabile, Rezza spiega: “Abbiamo visto decrescere la trasmissione del virus nelle ex zone rosse del Nord, a Codogno in particolare, dove le chiusure sono scattate prima. Nel resto d’Italia sono cominciate l’8 marzo. In sole 2 settimane gli effetti del blocco non sono visibili, per avere chiarezza bisogna arrivare almeno fino alla fine di aprile. È logico prevedere di allungare il blocco almeno di altre due settimane. Ma anche quando vedremo che la diminuzione dei casi è chiara e decisa e che non si tratta di un semplice rallentamento non si potrà dichiarare tana liberi tutti. Guardiamo l’esempio di Wuhan. I casi si sono azzerati definitivamente il 19 marzo eppure stanno programmando la ripresa con estrema prudenza“. “Abbiamo a che fare con un virus infido. Quando sembra aver mollato ecco che rispunta fuori, pronto a ripartire rapidamente. Guardiamo cosa è successo in Calabria e, nel Lazio, a Fondi e Nerola. La circolazione era ritenuta bassa eppure ha colpito con focolai improvvisi. Inoltre in Italia le chiusure sono state progressive quindi non è possibile prevedere la data del picco“.

Siamo ancora nel pieno dell’epidemia. Non perdiamo la testa. Sarebbe un grave errore abbassare la guardia proprio adesso. Si finirebbe per vanificare tutti gli sforzi che abbiamo fatto fino a oggi per contenere la diffusione dell’epidemia“: ha spiegato sul “Corriere della Sera” il ministro della Salute, Roberto Speranza. Servono “tempo e gradualità“, avverte il ministro riferendosi alla ripresa delle attività, “siamo ancora nel pieno della crisi” e “non ancora al cambio di fase“. I contagi “aumentano con minore intensità rispetto al passato” ma “sono i primi segnali, dobbiamo tenere alta l’attenzione e non accontentarci, perché sono giorni cruciali“.

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