Il delirio nelle carceri italiane per il coronavirus: tre detenuti morti, agenti picchiati e sequestrati [VIDEO]

Carcerati liberati, agenti in ostaggio, due detenuti morti e disordini: è il bilancio di una giornata terribile nelle carceri italiane a causa del coronavirus
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E’ stato un pomeriggio duro, di caos e violenza nelle carceri italiane. Le misure restrittive dovute al rischio di contagio da Coronavirus hanno causato mal contento sfociato in rivolte. Sono tre i detenuti morti nel carcere di Modena mentre altri due si trovano in rianimazione: sono in corso indagini sull’accaduto, mentre si registrano ancora forti tensioni all’interno del penitenziario, dove gli agenti stanno cercando di rientrare forzando le sbarre. Non si escludono anche scontri tra gli stessi detenuti del penitenziario, in parte non d’accordo con la protesta in atto forse temendone le conseguenze. Trasferiti dal penitenziario in altre carceri 70/80 detenuti, quelli che avrebbero raggiunto il cortile tentando di evadere.

”Da fonti di stampa apprendiamo della tragica morte di un detenuto, per cause da accertare, durante la rivolta che va avanti da oggi pomeriggio presso il carcere di Modena. Peraltro, giungono notizie di ulteriori disordini: Bari, Alessandria, Vercelli, Pavia e Padova solo per citare alcune sedi penitenziarie. Contemporaneamente, sempre secondo fonti di stampa, il Ministro Bonafede con un comunicato avrebbe dichiarato che sarebbe tutto sotto controllo e in fase di risoluzione”. Così, Gennarino De Fazio, per la Uilpa Polizia Penitenziaria nazionale, commentava la tragica notizia del decesso di un detenuto presso la Casa Circondariale di Modena, quando sono iniziate a trapelare in serata le prime notizie e non si sapeva ancora che i morti fossero tre. “A questo punto, stando così le cose, sembra lecito chiedersi dove viva il Ministro Bonafede e, soprattutto, se un Paese come l’Italia, se la Giustizia italiana, se il Corpo di polizia penitenziaria meritino tutto ciò. A questo punto – conclude l’esponente della Uilpa Polizia Penitenziaria – facciamo appello accorato al Presidente del Consiglio Conte, cui ci rivolgiamo direttamente e chiediamo di farsi garante della situazione e la convocazione di un incontro urgente su tutte le questioni carcerarie. Perché, è bene dirlo con chiarezza: se è vero – com’è vero – che non si muore di coronavirus, ma con il coronavirus, è altrettanto vero che in Italia si muore di carcere’‘.

Ma sono state diverse le carceri italiane che oggi hanno vissuto momenti tragici e concitati. Centinati di familiari dei detenuti si sono riversati di fronte al carcere di Poggioreale a Napoli, occupando la strada e impedendo il traffico veicolare, mentre nel penitenziario si era in corso la protesta di alcune decine di detenuti che, come a Modena e Frosinone, dissentono per i provvedimenti presi dall’amministrazione carceraria per limitare il contagio da coronoravirus, tra cui anche la sospensione dei colloqui. Solo da poco la situazione è tornata alla normalità. Partita dal padiglione Livorno intorno alle 15, la protesta si è estesa anche alle altre aree: in diversi sarebbero saliti sui muri del ‘passeggio’, in una zona interna al penitenziario avendo dato fuoco a materassi e biancheria.

Da due giorni assistiamo, con preoccupazione, a crescenti episodi di violenza in diverse carceri del Paese, una situazione che stiamo costantemente monitorando attraverso le nostre strutture regionali sul territorio. La frangia piu’ violenta dei detenuti di alcuni penitenziari – tra i quali Salerno, Poggioreale, Modena, Frosinone, Opera – spalleggiati all’esterno da movimenti di solidarieta’ costituiti da loro familiari, sta strumentalizzando alcune decisioni assunte dal governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus prese a tutela dei detenuti stessi, dei loro familiari e di chiunque in carcere lavori per distruggere e rendere inutilizzabili celle e interi Reparti detentivi, anche sollecitando provvedimenti straordinari clemenziali“.

Così Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che spera che la risposta dello Stato “sia ferma in termini penali e disciplinari verso i responsabili delle devastazioni, che non posso prendere a pretesto una vera e propria emergenza nazionale per porre in essere aggressioni e violenze“. Capece fa appello al premier affinché “metta a disposizione del Corpo di Polizia Penitenziaria – con la massima celerità – personale e mezzi idonei a fronteggiare le costanti e pericolose violenze, considerato che le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, alcuni da molte ore in servizio, stanno gestendo con grande professionalità l’incandescente situazione“.

E’ una rivolta per protestare contro le misure anti coronavirus da parte dei detenuti, che hanno preso in ostaggio due agenti di polizia penitenziaria, è avvenuta anche nella casa circondariale di Pavia Torre del Gallo. I detenuti hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno liberato decine carcerati. Lo si apprende dai sindacati Uilpa e Sappe, che parlano di “devastazione” con i detenuti che si stanno picchiando tra di loro. Sarebbero in arrivo da San Vittore e Opera, secondo le stesse fonti, agenti di rinforzo.

Dalle prime notizie che arrivano dal carcere di Pavia, dove e’ in corso una rivolta dei detenuti, i due agenti di polizia penitenziaria che sarebbero stati presi in ostaggio sarebbero anche stati picchiati violentemente. La rivolta è iniziata verso le 19.30-20 ed e’ nata, come a Modena, per il divieto delle visite dei parenti a causa delle norme di contenimento del coronavirus. E’ stato riferito che i detenuti starebbero cavalcando quest’onda per ottenere misure alternative speciali. Dal carcere di San Vittore e Opera sono stati mandati agenti di rinforzo per sedare la sommossa dei circa 400 detenuti.

Protestano i detenuti anche a Palermo. Nel carcere Pagliarelli, come in altre strutture in varie parti d’Italia, questa sera e’ scoppiata la rivolta pare per paura del Coronavirus: i detenuti hanno dato fuoco a lenzuola e fogli di carta, battendo oggetti sulle sbarre per attirare l’attenzione. La situazione al momento sarebbe sotto controllo.

PALMA: ‘NO STOP COLLOQUI, RIVOLTE IN CARCERI PER MESSAGGIO SBAGLIATO’

“In troppi istituti sta passando un messaggio che non corrisponde alla realtà dei provvedimenti presi. Si parla di blocco dei colloqui mentre nel decreto sono solo sospesi i colloqui diretti fino al 22 marzo, sostituiti se possibile dai colloqui via Skype e dall’aumento delle telefonate. E se passa il messaggio della chiusura totale si crea una situazione che può sfociare in rabbia e violenza“. Lo ha detto il garante per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, ospite del Tg3, commentando le rivolte scoppiate in alcune carceri italiane per il timore dei detenuti di limitazioni ai contatti con i familiari per il contenimento dei contagi da coronavirus. “L’interesse è la salvaguardia della salute dei detenuti – ha spiegato a Palma – si tratta di una sospensione temporanea perché ci sia il tempo di attrezzare gli istituti in modo diverso, con sale che consentano colloqui nel rispetto delle norme previste“.
IL VIDEO:

Protesta al carcere di Poggioreale contro le misure anti Coronavirus [VIDEO]

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