“In questo momento, possiamo solo dire che il soggetto è venuto a contatto con il virus e che ha sviluppato una risposta anticorpale. Niente di più, per ora”. Cosi’ all’ANSA Tiziana Lazzarotto, docente di microbiologia dell’Università di Bologna e coordinatrice per la città e per l’area metropolitana dello screening sierologico per l’emergenza Covid-19, per la cosiddetta ‘patente di immunità’.
Secondo la ricercatrice, che coordina la rete che dal 2 aprile a ieri ha realizzato 2.102 test a personale sanitario, “è troppo presto” per capire come agiranno gli anticorpi. “Si pensi, ad esempio, al virus dell’epatite B – spiega – l’involucro più esterno è costituito da un gruppo di proteine di superficie. Queste sono tre e compongono la struttura dei virus. Solo alcune porzioni della proteina inducono la risposta anticorpale. In piu’, di queste porzioni, solo alcune inducono una risposta protettiva. Infatti, il vaccino non contiene tutte e tre le proteine complete, ma solo le porzioni che sappiamo che inducono una risposta anticorpale e protettiva”. Informazioni che sul Coronavirus “ora non abbiamo”.