“E’ rischioso allentare le misure prima di fine maggio“: lo affermano gli esperti della Fondazione Gimbe, riferendosi alla “fase 2” allo studio del governo per la progressiva riapertura in seguito all’emergenza Coronavirus.
Le analisi della Fondazione Gimbe suggeriscono che “la curva del contagio è rallentata, ma l’aumento dei nuovi casi è ancora rilevante. Le misure di distanziamento sociale hanno alleggerito il carico sugli ospedali, ma il loro effetto sul numero totale dei casi è ancora modesto. L’allentamento delle misure dovrà essere graduale e differenziato per tipologia di intervento e, ove possibile, ‘personalizzato’ nelle varie regioni monitorando strettamente l’insorgenza di nuovi focolai. Se nelle prossime settimane sarà confermato il rallentamento dei nuovi casi, con una certa dose di spavalderia la ‘fase 2’ potrebbe essere avviata tra fine aprile e inizio maggio, accettando il rischio di una nuova impennata dei contagi. Se al contrario la linea vuole essere quella della gradualità e della prudenza, qualsiasi riapertura prima di fine maggio non si basa sulle dinamiche del contagio in Italia“.
Il Governo, afferma il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, “e’ chiamato a prendere una delle decisioni piu’ difficili della storia della Repubblica, con effetti determinanti sulla nostra salute, sulle nostre liberta’ individuali e sull’economia del Paese. Guardando ai numeri e’ fondamentale conoscere quale indicatore guidera’ la politica per l’attuazione della Fase 2: sara’, auspicabilmente, la riduzione dei contagi al di sotto di una soglia piu’ bassa possibile? Oppure, ci si limitera’ a contenere il verosimile aumento dei ricoveri e dei decessi, per il timore che la popolazione e l’economia non sono in grado di reggere un rigoroso prolungamento del lockdown?“.
Nell’impossibilita’ di prevedere il giorno in cui non ci sara’ alcun nuovo caso, precisa il Gimbe, “il modello prevede che il 16 aprile l’aumento dei casi scendera’ al 2%, il 27 aprile all’1%, il 7 maggio allo 0,5% e il 2 giugno allo 0,1%, soglia utilizzata nello Hubei in Cina per allentare le misure“. Il modello “viene aggiornato quotidianamente e deve sempre essere maneggiato con cautela perche’ l’andamento dei contagi potrebbe essere influenzato da variabili non considerate, spesso differenti nelle varie Regioni: insorgenza di nuovi focolai, numero di tamponi effettuati, aderenza alle misure di distanziamento sociale, sovraccarico degli ospedali“.