Coronavirus, Ceriscioli: “Nella fase 2 chi lavora in fabbrica dovrà avere tuta, mascherina, visiera e guanti”

"Per me si può aprire anche prima del 4 maggio, purché si torni in fabbrica come se si dovesse entrare in un reparto di rianimazione: tuta protettiva, mascherina, visiera, guanti e copriscarpe"
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“Per me si può aprire anche prima del 4 maggio, purché si torni in fabbrica come se si dovesse entrare in un reparto di rianimazione: tuta protettiva, mascherina, visiera, guanti e copriscarpe”. Così il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, immagina la ripresa dell’attività manifatturiera nel post-coronavirus: è lo standard di sicurezza che ha visto applicare a Wuhan e “che rispetta a pieno il decreto 81 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il protocollo firmato da sindacati e imprese davanti al governo il 14 marzo scorso”.

Per il governatore sono “i punti di riferimento” per salvaguardare la salute dei lavoratori “per le aziende che vorranno riaprire”. L’invito agli imprenditori marchigiani, dunque, e’ di “utilizzare lo stop alla produzione per prepararsi”, prevedendo “assolutamente forme di distanziamento lungo le linee produttive, negli spazi comuni, i bagni, le mense”.

Nel nuovo modello di fabbrica sostenibile di Ceriscioli ci sono anche “secondi turni di lavoro nelle aziende più piccole e tanto smartworking, che come dimostrano le esperienze di queste settimane e’ possibile, e’ efficace e non significa assolutamente minore produttività”.

Quella che ha in mente il presidente della Regione Marche è una vera e propria rivoluzione tra le Pmi manifatturiere, l’ossatura dell’economia regionale. “Sono consapevole che tutto cio’ si traduce con un aumento dei costi e della conseguente tenuta della sostenibilità economica – dice il governatore -, ma non ci sono alternative se non vogliamo precipitare“. Una rivoluzione che passa anche attraverso l’organizzazione dei trasferimenti da casa al luogo di lavoro, “da soli in auto o utilizzando i mezzi pubblici, sempre rispettando le regole di distanziamento personale e nell’ottica di entrate e uscite scaglionate”.   

Ceriscoli ha anche una sorta di calendario ideale, che guarda con ottimismo avanti di pochi mesi: la prima scadenza è la fine di aprile, per avere segnali più incisivi che “il contagio abbia rallentato ulteriormente”; i passaggi successivi sono conseguenti: “spero che entro maggio le fabbriche possano riprendere a pieno ritmo e con tutti gli standard di sicurezza e che a giugno siano aperte anche le spiagge delle Marche“.

Un percorso che vedra’ la Regione Marche nel ruolo di “facilitatore nell’aiutare le imprese a rispettarlo”. Un percorso “in linea con le indicazioni del governo“, aggiunge Ceriscioli, che più volte durante questa crisi sanitaria non ha concordato con le scelte dell’esecutivo (che è ricorso al Tar per annullare l’ordinanza con la quale Ceriscioli ha chiuso le scuole, ndr.), e oggi distante dalle posizioni dei presidenti di Campania e Calabria.

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