Al confine tra gli Stati Uniti e il Messico, le autorita’ statunitensi hanno espulso almeno 6.300 migranti a partire dallo scorso 21 marzo, facendo leva sulla nuova normativa sanitaria vigente per contrastare l’epidemia di Covid-19. Lo riferisce la Cnn citando gli ultimi dati diffusi dalla U.S. Customs and Border Protection (Cbp). “Non si tratta di immigrazione in questo momento, ma di decisioni che riguardano esclusivamente le malattie infettive, la salute pubblica e la sicurezza” ha spiegato il commissario Cbp, Mark Morgan, nel comunicare i dati aggiornati. Il 21 marzo il Centro Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) ha decretato lo stato di emergenza sanitaria pubblica, in vigore per un periodo di 30 giorni, vietando l’ingresso di stranieri sul territorio nazionale, “minaccia seria” per il propagarsi della malattia, e rafforzando i controlli ai confini e nei porti. Per giunta il 20 marzo il presidente Donald Trump ha ordinato la chiusura del confine col Messico ai viaggi non essenziali.
“La stragrande maggioranza di quanti vengono rimandati indietro ha varcato i confini illegalmente” ha sottolineato Morgan. Secondo quanto riferito dai media Usa, nel giro di 2 ore chi entra nel Paese viene espulso nell’80% dei casi, motivo per cui il numero dei migranti in custodia e’ drasticamente diminuito, in calo del 97% rispetto alla media dei 3 mila solitamente detenuti. A denunciare “violazioni delle leggi vigenti sull’asilo e la protezione umanitaria” sono i membri Democratici del comitato giudiziario del Senato. In una lettera indirizzata al sottosegretario alla Sicurezza interna, Chad Wolf, hanno accusato il governo di “essersi autoriconosciuto ampi poteri per poter procedere ad espulsioni di massa, strumentalizzando illegalmente un provvedimento emergenziale di salute pubblica”. Sul posto media e attivisti hanno costatato che le procedure di controllo sono molto celeri, con il rilievo dei dati biometrici e rapide valutazioni mediche, prima di procedere all’espulsione verso il Messico o altri Paesi di origine, come Guatemala, El Salvador e Honduras. Stesse procedure vengono applicate anche ai minorenni in quanto, ha insistito Morgan, “il virus non conosce eta'”. Di fatto sono state sospese tutte le procedure di richiesta di asilo e di tutela dei migranti non accompagnati. Finora la pandemia di nuovo Coronavirus non e’ stata un deterrente per i migranti, arrivati al confine meridionale Usa in 29.953 il mese scorso, poco meno dei 30.074 registrati a febbraio.