Coronavirus in Italia e “fase 2”: perché il Centro/Sud potrebbe riaprire prima del Nord

Coronavirus, Ricciardi: "Oggi il Centro/Sud non ha raggiunto i livelli del nord perché abbiamo preso delle decisioni molto dure nel limitare la mobilità
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Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, consigliere del Ministro della Salute Speranza, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino.
Sul momento che stiamo attraversando: “Dobbiamo prepararci alla nuova fase, ma avere ancora pazienza. Preoccupazione per la Pasqua imminente? Dobbiamo entrare tutti quanti nell’ottica che stiamo vivendo un momento eccezionale che di fatto tanti dei nostri antenati hanno vissuto in condizioni ben peggiori, senza scienza e senza tecnologia. E l’abbiamo sempre superato. Dobbiamo distanziarci socialmente. In tutto il mondo tutti quelli che sottovalutano questo virus si espongono a grandi infelicità. Pensano che la situazione sia sotto controllo ma non lo è. Sono convinto che anche quei Paesi che stanno facendo delle pallide riaperture dopo Pasqua ritorneranno sui loro passi. Fino a quando non avremo un farmaco specifico o un vaccino dovremo stare molto attenti“.
Sulle mascherine: “Non è mai cambiata l’evidenza scientifica. Indossando una mascherina chirurgica una persona contagiata protegge gli altri. Ma la mascherina chirurgica non protegge chi la indossa. Poi ci sono le Fp2 e Fp3, mascherine professionali. L’Fp3 dovrebbe essere indossata solo dal personale sanitario, l’Fp2 anche il personale della polizia e delle forze dell’ordine, quelli che stanno a contatto con le persone. Le mascherine in questa prima fase non c’erano. L’occidente aveva smesso di produrle. Ora stiamo superando questa fase, le mascherine chirurgiche stanno ritornando, quindi saranno disponibili. Le devono usare tutti? Secondo me no. Se la indossi quando cammini per strada o quando lavori in un campo, non ha senso. Ha senso indossarla nei luoghi chiusi dove non si può mantenere la distanza di sicurezza. Ma non per proteggere se stessi, più che altro per proteggere gli altri. Anche gli occhiali possono essere uno strumento di protezione. Gli occhi sono molto vascolarizzati. E’ per questo che gli operatori sanitari indossano non solo guanti e mascherine ma anche visiere che proteggono gli occhi“.
Sugli animali domestici: “Non trasmettono il virus ma possono prenderlo. Un soggetto infetto è consigliabile che non stia vicino al proprio animale domestico. Non c’è alcuna prova ad oggi che un animale possa trasmettere il virus all’uomo”.
Sul fatto che il virus possa sopravvivere più di quindi giorni negli infetti: “Questo virus tende a permanere anche dopo la guarigione clinica. I pazienti devono essere testati anche dopo la guarigione clinica”.
Sulle decisioni prese da ogni singola Regione: “Collaboro con il Governo dal 23 febbraio e la prima cosa che ho detto è che nel lottare con le epidemie serve un’unica linea di comando e di comunicazione. Però la nostra Costituzione è molto chiara, dal 2001 l’abbiamo cambiata e l’abbiamo cambiata in senso regionalistico. Le Regioni sono assolutamente libere di prendere le decisioni che vogliono e questo crea in epoca di pace delle disuguaglianze, in epoca di guerra come quella contro un’epidemia problemi, perché i virus non badano ai confini regionali. Servirebbe una strategia nazionale, ma io dico anche europea“.
Sulla fase due: “Se è giusto pensarla con uno scaglionamento regione per regione? Io sono convinto ed è quello che sto proponendo al Governo che l’attenzione debba essere individuale. Gli individui vivono in un’area geografica e ogni area geografica può avere una circolazione virale differente. Oggi il centro-sud non ha raggiunto i livelli del nord perché abbiamo preso delle decisioni molto dure nel limitare la mobilità. Se potrebbe riaprire prima? Sì, se noi riusciamo ad attivare una strategia di testing allargata e mirata, con un tracciamento tecnologico individuale, a quel punto possiamo liberare le persone che non hanno problemi, isolare per il loro bene le persone malate, e limitare il contagio. E naturalmente farlo in maniera differenziata. Se un’area ha una circolazione virale molto più intensa può avere misure differenti rispetto a un’area che ha minore circolazione di virus“.

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