Coronavirus: in Lombardia possibili altre 2-3 settimane a casa, “dobbiamo soffocare il virus”

Coronavirus, Gallera: "Non potremo stare chiusi in casa a vita, ma riteniamo che almeno due-tre settimane ancora questo sacrificio vada fatto"
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Non potremo stare chiusi in casa a vita, ma riteniamo che almeno due-tre settimane ancora questo sacrificio vada fatto per spegnere il contagio“: lo ha dichiarato l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, a Mattino 5. “Dovremo abituarci a usare la mascherina probabilmente nei prossimi mesi, il virus non scompare, dobbiamo soffocarlo. Dovremo usare accorgimenti per evitare che si ricominci con i focolai“.

“Sull’obbligo delle mascherine ci siamo confrontati con il Governo, Conte ha detto ‘rientra nelle vostre facoltà’. Era importante dare un messaggio: il caldo e i dati che migliorano non devono fare abbassare la guardia. Perciò abbiamo deciso di dire: coprite naso e bocca quando uscite. Ma non uscite se non per motivi di necessità. Noi le stiamo distribuendo nei luoghi nevralgici. Partiamo con tre milioni e mezzo“, ha affermato Gallera, intervenendo ad Agorà su Rai3.

Siamo di fronte a una epidemia strana, che non è fatta di picchi. Procede in pianura. Sono convinto che siamo all’inizio della discesa, ma proprio per questo bisogna rispettare le regole e farle rispettare. Non si può scherzare. Abbiamo bisogno di dare il colpo risolutivo a questo maledetto virus,” ha precisato il governatore della Lombardia Attilio Fontana, intervistato da La Repubblica. In merito alla possibilità di adottare altri provvedimenti restrittivi o di riaprire qualcosa precisa: “Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. È presto per dirlo. Siamo nella fase più delicata perché non dobbiamo rischiare di mandare all’aria i risultati ottenuti con i sacrifici fatti. Ora è arrivato il momento di raccogliere i frutti di questi sacrifici. Non possiamo abbassare la guardia“. “Per questo chiedo di far rispettare le restrizioni adottate. C’è ancora troppa gente in giro e abbiamo davanti la settimana di Pasqua“.

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