Coronavirus, nuova pillola di ottimismo dal virologo Silvestri: “La ritirata del virus continua, niente panico sulla sindrome di Kawasaki”

Coronavirus: la nuova "pillola di ottimismo" arriva da Guido Silvestri, scienziato italiano docente di virologia alla Emory University di Atlanta
MeteoWeb

La ritirata del virus continua“: è la nuova “pillola di ottimismo” che arriva da Guido Silvestri, scienziato italiano docente di virologia alla Emory University di Atlanta, che nel suo quotidiano post su Facebook scrive:

1. LA RITIRATA CONTINUA

Come vedete nel grafico — grafico che è ormai diventato una celebrità televisiva grazie al bravissimo Alberto Matano di “La Vita in Diretta” (RAI UNO) — i ricoveri in Terapia Intensiva per COVID-19 in Italia continuano a calare per il SEDICESIMO giorno consecutivo. Adesso siamo arrivati a 1.863 (da un picco di 4.068 registrato il 4 aprile scorso, con un calo ieri di altre 93 unità).

pillole ottimismo silvestri

Continuano a calare anche i ricoveri ospedalieri totali, che ieri sono scesi di 630 unità (siamo a 19.723, per la prima volta dal 23 marzo sotto la simbolica quota 20.000). Insomma, la ritirata di SARS-CoV-2 in Italia continua costante, e la mia proiezione personale è che si arrivi a ZERO ricoveri in terapia intensiva per COVID-19 entro il 31 maggio.

2. DACCI OGGI IL NOSTRO PANICO QUOTIDIANO

Il panico quotidiano di oggi, 29 aprile 2020, è la notizia secondo cui sono state segnalate sindromi di Kawasaki — una malattia dei vasi sanguigni — in bambini con COVID-19. Non ho motivi di dubitare di queste segnalazioni, sicuramente interessanti e non sorprendenti considerando le note lesioni vascolari causate da SARS-CoV-2. Per mettere comunque le cose nella giusta prospettiva ricordo che finora, negli USA, ci sono state nell’anno 2020 un totale di 3.593 morti di bambini sotto 1 anno di età di cui quattro (0.11%) causate da COVID-19; un totale di 701 morti in bambini da 1 a 4 anni, di cui due (0.28%) causate da COVID-19, e 1.036 morti in bambini da 5 a 14 anni, di cui due(0.19%) causate da COVID-19. In totale, in America sono morti, nel 2020, 5.330 bambini sotto i 14 anni di cui OTTO (0.15%) per COVID-19 e 5.322 per altre cause (nell’ordine: incidenti stradali, incidenti domestici, neoplasie, omicidi, avvelenamenti, annegamento, malattie congenite, malattie cardiovascolari, infezioni, ed incidenti sul lavoro). Nessuno di questi otto bambini era senza patologie pregresse. La morte di ogni bambino sotto i 14 anni è una enorme tragedia, e questo vale sia per lo 0.15% di morti causate da COVID-19 che per il restante 99.85%.

3. ANCORA SULLE “REINFEZIONI” IN COREA

Si continua a citare da più parti lo studio coreano secondo cui il 2% dei pazienti “guariti” da COVID-19 avevano di nuovo un tampone positivo per SARS-CoV-2. Il CDC della Corea, nella persona del suo direttore, Jeong Eun Kyeong, ha specificato che: (i) i soggetti “ripositivizzati” erano tutti o asintomatici o con sintomi lievi, nessuno in ospedale; (ii) il tempo medio di “ripositivizzazione” del tampone era di 13 giorni dalla fine dei sintomi; (iii) non si potevano escludere errori di laboratorio nel test negativo; (iv) nei 6 casi in cui si è cercato di coltivare il virus non si è riusciti (ricordo che la PCR amplifica anche particelle di virus “morto”); e (v) nessuno di questi “ripositivizzati” ha trasmesso il virus ad altre persone. Lo studio coreano dimostra, in sostanza, che in alcuni casi la “guarigione virologica” è più lenta di quella clinica, il che non rappresenta una grande sorpresa. Purtroppo lo studio si è trasformato, grazie alla “macchina del panico”, in una specie di dimostrazione che le persone possano ammalarsi più di una volta (e che quindi non c’è immunità contro COVID-19). Invece, per parlare di vera e propria “seconda malattia”, occorrerebbe soddisfare le seguenti condizioni: (i) paziente guarito in quanto ripetutamente negativo al tampone e con anticorpi IgG nel sangue contro SARS-CoV-2, che (ii) torna ad avere una sintomatologia tale da essere ricoverato in ospedale ed in cui (iii) si dimostra che è stato infettato da due varianti diverse del virus*. Dopo oltre tre milioni di casi di COVID-19 al mondo non c’e’ ancora, che io sappia, un solo paziente che soddisfi questa definizione di re-infezione.

Con questo auguro una buona giornata a tutti, e per domani o al massimo dopodomani, se riesco a trovare le energie  vorrei postare il decalogo che sto preparando sui vaccini per COVID-19.

*per il livello di variabilità di genetica di SARS-CoV-2 da utilizzare per questo tipo di finger-printing consiglio la lettura delle mappe filogenetiche dei 3.655 genomi completi di SARS-CoV-2 disponibili su https://nextstrain.org/ncov/global.

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