“E’ importante sottolineare che il tampone è tutt’altro che infallibile: è stato dimostrata una falsa negatività in più del 30% dei pazienti affetti da COVID-19, evidenza che porta a dover reiterare il tampone per incrementarne l’affidabilità diagnostica e per poter monitorare i soggetti a rischio nel tempo. E’ evidente come questo aspetto peggiori ulteriormente il problema della disponibilità del test e causi un incremento significativo dei costi”. Lo spiega uno studio osservazionale condotto dalla clinica otorinolaringoiatrica degli Spedali civili di Brescia che tra il 27 marzo e l’1 aprile ha analizzato più di 500 pazienti con dimostrata positività al SARS-Cov-2 ricoverati concentrandosi sull’andamento e le caratteristiche delle alterazioni di olfatto e gusto nei soggetti affetti da COVID-19.
“I risultati dello studio dimostrano come questi sintomi si manifestino in circa il 60% dei pazienti positivi al SARS-Cov-2 e presentino delle peculiari caratteristiche tali da poterli facilmente differenziare da quelli insorti durante un comune raffreddore. Inoltre, questa percentuale arriva quasi all’80% nei soggetti con sintomi di lieve/media intensità” spiega lo studio. “Il messaggio prezioso che emerge dallo studio è che, al momento attuale, ogni cittadino che lamenti un improvviso calo o completa perdita della percezione degli odori e/o dei sapori, anche in assenza di altri sintomi, dovrebbe considerarsi infetto da SARS-Cov-2 fino a prova contraria“.