Nel primo giorno di invio delle richieste per il bonus babysitting e per l’indennità Covid 19 da 600 euro per i lavoratori autonomi, sono numerosissime le segnalazioni e le lamentele che, attraverso i social, arrivano all’Inps: chi non riesce ad accedere alla pagina web per presentare la propria domanda d’indennità, chi accede ma il sistema apre per errore la sezione personale di un altro utente, chi ancora attende di ricevere il Pin online.
L’enorme mole di richieste per accedere alle indennità, infatti, ha generato quasi un ‘crash’ informatico. Secondo quanto denunciato da più utenti entrando con i propri dati nella pagina dedicata del sito per presentare la domanda di bonus, si viene rinviati a una pagina in cui figurano nominativi privati, insieme a una serie di informazioni strettamente personali di cui è in possesso l’Inps ponendo quindi evidenti problemi di tutela della privacy. Sarebbero centinaia le schede di cittadini con dati sensibili che escono. L’operazione a questo punto si blocca e la domanda di richiesta del bonus non riesce più a procedere.
Il sito è stato preso d’assalto dall’una di notte provocando un notevole intasamento. Non sono bastate, infatti, le rassicurazioni del ministero del Lavoro e dello stesso Inps che hanno smentito il click day ed escluso la valutazione delle domande in ordine cronologico. “Dall’una di notte alle otto e trenta circa, abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo“, ha scritto su Twitter il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Si tratta di “una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che – ha assicurato Tridico – stanno reggendo, sebbene gli intasamenti sono inevitabili con questi numeri”. Le domande, comunque, potranno essere inviate anche nei giorni successivi al primo aprile.