Le condizioni meteo estive potrebbero aiutare a fermare l’epidemia di Coronavirus? “Sicuramente la sensazione è che le condizioni sono meno buone per il virus da giugno a settembre. Anche se la scala nazionale non è quella giusta su cui siamo in grado con i dati attuali di fare una previsione. Però quello che sta emergendo sempre di più è che Covid-19 è una malattia stagionale, come lo è l’influenza per esempio, legata probabilmente alle stagioni. I dati globali così come li abbiamo analizzati suggeriscono che l”effetto meteo’ ci sia e sia abbastanza forte“: lo ha dichiarato all’AdnKronos Salute Diego Rubolini, ricercatore del Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell’università Statale di Milano.
Rubolini è autore con il collega Francesco Ficetola di uno studio che analizza su scala globale le relazioni tra incremento dei casi di Covid-19 e condizioni climatiche.
L’epidemia, secondo gli autori, cresce più rapidamente a temperature medie di circa 5°C ed umidità medio-bassa, compresa tra 0.6 e 1.0 kPa.
“La mappa del rischio che siamo riusciti a delineare suggerisce che nel periodo giugno-settembre sarà l’emisfero australe ad avere le condizioni climatiche meno buone” per il contenimento del virus, spiega Rubolini. “La nostra ricerca si basa su dati che sono quelli della Johns Hopkins University“.
L’effetto meteo “è evidente anche tenendo conto di fattori socio-economici, sociosanitari e legati alla densità abitativa. Il suo peso reale lo vedremo col tempo. Il nostro è un contributo che cerca di far chiarezza su una situazione incerta e non vuole suscitare false speranze o dire che non servono misure di contenimento. Queste ultime sono fondamentali. Speriamo che una mano possa darcela il bel tempo“. Quanto all’Italia, “è possibile in linea di principio una riacutizzazione in inverno“: dipende però “anche da che quota di popolazione avrà sviluppato una risposta immunitaria. I contagiati sembrano molto di più di quelli contabilizzati dalle statistiche ufficiali e la percentuale di asintomatici e di persone che sviluppano sintomi lievi è molto alta“. “La speranza è che per l’autunno una buona parte della popolazione sia immune, anche se non è chiaro quanto l’immunizzazione possa funzionare, però si spera di sì. Tornando al clima, noi abbiamo potuto fotografare tendenze in scala molto ampia. Al momento sono impossibili previsioni su scala regionale, non abbiamo dati per saggiarla. Questo appare intanto un approccio interessante: disegnare mappe di rischio può essere utile per prendere decisioni più informate“.
Coronavirus, svelato l’effetto meteo: “E’ una malattia stagionale, andrà meglio da giugno a settembre ma potrebbe tornare in inverno”
Epidemia di Coronavirus, esperto: "Sicuramente la sensazione è che le condizioni sono meno buone per il virus da giugno a settembre"