“È assolutamente troppo presto per iniziare la fase due dell’emergenza coronavirus, i numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora pieni di una fase uno che deve ancora finire. È assolutamente importante non affrettare e continuare”. Lo ha detto a Sky TG24 il membro del comitato esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e consulente del ministro della Salute Walter Ricciardi. “Il piano del ministro Speranza, articolato su cinque punti e che sta preparando la fase due – ha fatto sapere – è quello da attuare ed è basato su distanziamento sociale, rafforzamento del servizio sanitario nazionale sia nella parte territoriale che nella parte ospedaliera e poi sulla diagnostica estesa ma mirata e sul tracciamento. Questa è la fase preparatoria, però non c’è dubbio che potrà partire, soprattutto in alcune Regioni, quando conteremo i nuovi casi sulle dita di una mano e non certamente con numeri a quattro cifre”.
”Stiamo facendo dei modelli che studiano quando presumibilmente ci sarà l’azzeramento dei contagi nelle prossime settimane o in certi casi nei prossimi mesi – ha continuato Ricciardi – soltanto sulla base di quei numeri si potrà dare il via libera, perché altrimenti quello che succede, come è successo nel passato, è che nel momento in cui si allentano le misure di sicurezza la pandemia riesplode con una seconda ondata, che il passato ci dice che molto spesso è peggiore della prima. Non ce lo possiamo permettere perché significherebbe richiudere prontamente tutte le attività, risigillare tutti a casa in maniera forte e soprattutto esercitare quella pressione sul servizio sanitario nazionale che poi si traduce in malati, intubati e morti. È una cosa che non vogliamo che si ripeta”.
“Nella seconda fase proponiamo di estendere la tamponatura ai sintomatici molto lievi, quelli che hanno un solo sintomo e che esordiscono con un colpo di tosse e soprattutto con la febbre, e isolarli immediatamente nel caso risultino positivi e poi tracciarli tecnologicamente in modo tale da risalire ai contatti in modo rapido”.
La Lombardia sconta “una carenza di sanità territoriale” poichè pur essendo “la regione che ha il numero e la qualità di ospedali più importante e di eccellenza nel passato non è stata certamente quella che ha investito nella sanità del territorio e in questo momento sconta querto tipo di ritardo”. Spiega Walter Ricciardi, rappresentante italiano nel Comitato esecutivo dell’Oms e consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus che, intervistato da Skytg24, aggiunge: per questo “il governo, nel decreto di aprile, vuole potenziare la sanità territoriale, mettendo maggiori risorse a vantaggio di tutte le regioni”.
Nelle Rsa “c’è stata una tempesta perfetta”, con “persone particolarmente vulnerabili in un ambiente chiuso e con personale scarso e non adeguatamente preparato“, ha spiegano Walter Ricciardi. “Tutto questo – ha aggiunto – ha generato in Italia, ma non solo in Italia perché il problema è praticamente dappertutto, una combinazione per cui purtroppo ci sono state tantissime vittime”. Senza entrare nel merito di casi particolari, Ricciardi ha inoltre rilevato che “se fossero stati trasferiti in maniera incontrollata dei pazienti infetti in residenze di questo tipo”, “non sarebbe certamente una cosa da dimenticare”. L’esperto ha infine rilevato che “le Rsa, soprattutto per gli anziani e per i soggetti disabili, sono un punto dolorosissimo” poiché quanto è accaduto al loro interno è dovuto al fatto che “erano strutture assistenziali in larga parte gestite con personale scarso” e “molto spesso non adeguatamente preparato a fronteggiare un rischio biologico così insidioso e contagioso”.