“La realizzazione è stata assolutamente rapida comunque, ne sono convinto, saranno posti letto in più per il futuro” nel caso di una recrudescenza del Coronavirus: lo ha evidenziato Guido Bertolaso a Porta a Porta parlando del nuovo ospedale Covid realizzato a Milano e di quello in via di realizzazione a Civitanova Marche. “Nel nuovo ospedale di Milano il primo paziente – ha ricordato parlando in collegamento dalle Marche – è stato ricoverato dopo 17 giorni dal momento in cui abbiamo messo il primo bullone, ma stiamo ancora crescendo con il numero dei posti letto e attualmente ci sono circa 60 posti di rianimazione e arriveremo a 225 tra rianimazione e terapia intensiva non invasiva. Qui nelle Marche abbiamo messo il primo bullone due settimane fa e domenica prossima consegneremo la struttura al presidente della Regione Luca Ceriscioli e al comune di Civitanova. Verranno trasferiti in questo ospedale tutti quei casi che sono in terapia intensiva negli ospedali della regione cosi’ da ‘liberarli’ da questo tipo di pazienti e farli tornare alla loro funzione originaria”.
“Questo ospedale – ha spiegato l’ex capo della Protezione Civile – sara’ pienamente in funzione, diciamo, dopo 21 giorni da quando abbiamo messo il primo bullone. E non stiamo parlando, attenzione, di un ospedale da campo, di un ospedale mobile o temporaneo, stiamo parlando di strutture tecnologicamente all’avanguardia. Sia quello di Milano sia questo nelle Marche sono state definite delle ‘astronavi’ – ha sottolineato – perche’ sono strutture straordinariamente sofisticate e quindi anche complicate da gestire, per questo servono equipe mediche molto preparate. Siamo al vertice tecnologico di una struttura ospedaliera, con 42 letti di rianimazione e 42 letti di terapia intensiva non invasiva, ma con ventilatori, monitor, pressione negativa nei vari moduli, quindi tutto quello che serve per avere una struttura altamente sofisticata permanente per fronteggiare questo problema. Ricordiamo – ha concluso Bertolaso – che i letti di terapia intensiva sono stati portati da 6mila a 8 mila e cinquecento, ma questo e’ stato fatto svuotando le sale operatorie di numerosi ospedali e anche di alcuni reparti, quindi in qualche modo limitando anche in maniera eccessiva quelle che sono le attivita’ quotidiane di questi stessi ospedali”.