Coronavirus, la scoperta che cambia tutto: in Francia il ‘paziente 0’ si è ammalato a Dicembre, “avevo forte dolore al torace”

Una recente scoperta potrebbe rivoluzionare le nostre conoscenze in merito al nuovo coronavirus e quindi anche le nostre certezze relative a un corretto approccio preventivo
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Una recente scoperta potrebbe rivoluzionare le nostre conoscenze in merito al nuovo coronavirus e quindi anche le nostre certezze relative a un corretto approccio preventivo.

In Francia il “paziente 0″ si è ammalato a dicembre 2019. Ebbene sì, ben 3 mesi prima del lockdown. Adesso la questione che si pone è: nei primi mesi dell’anno, quando il virus era una realtà ingoia e quando vi era uno stile di vita normale, con tanto di viaggi, contatti e senza alcuna precauzione, in che maniera e misura il virus ha viaggiato indisturbato? Cosa è cambiato successivamente? Ma andiamo per ordine.

Francia, 27 dicembre 2019. Amirouche Hammar, 43 anni, viene ricoverato in ospedale.  “Avevo un forte dolore al torace, sono corso in ospedale“.

Hammar vive a Bobigny, nella banlieue parigina. Da qualche giorno aveva febbre, tosse secca e un forte senso di stanchezza. Poi il peggioramento all’alba del 27 dicembre. “Alle 5 del mattino, ho deciso di prendere la macchina e sono andato in ospedale. Ho detto: ‘chiamate subito il medico, c’è qualcosa che non va, ho dei dolori al torace, non riesco a respirare“, ha raccontato a Bfmtv. Allora nessuno sapeva dell’esistenza del Covid-19. I medici non capiscono cosa abbia Hammar, che viene curato per una infezione polmonare. Dimesso dall’ospedale dopo tre giorni, l’uomo ha poi finito di curarsi a casa.

Dieci giorni fa è stato contattato dal professor Cohen e ulteriori test hanno confermato che si era proprio ammalato di covid-19. Hammar si è “sorpreso” di essersela cavata bene, dato che soffre anche di diabete. Non è ancora chiaro come sia stato contagiato, dato che non era stato di recente all’estero e tantomeno in Cina. Un’ipotesi è che l’infezione sia passata attraverso la moglie Fatiha, che lavora in un supermercato vicino all’aeroporto Charles De Gaulle. “Serviamo clienti che vengono direttamente dall’aeroporto, hanno ancora le valigie“, ha raccontato la donna, che non ha mai avuto sintomi sospetti. La coppia ha quattro figli, due dei quali si sono ammalati. Hammar oggi sta bene ma il suo cruccio, dice, è di aver contagiato inconsapevolmente altre persone.

coronavirus 01Amirouche Hammar ha appena appreso di essere il primo caso di coronavirus confermato in Francia. L’uomo è stato ricoverato il 27 dicembre. Ed è riesaminando i test effettuati allora, che il professor Yves Cohen ha scoperto che l’infezione era arrivata in Francia prima che l’Oms dichiarasse l’esitenza del nuovo coronavirus il 12 gennaio.

Dopo il suo annuncio bomba, riportato ieri dai media francesi, Cohen chiede oggi che altri ospedali seguano il suo esempio.

“Penso sia importante che si rifacciano i test in maniera retrospettiva nei diversi dipartimenti“, ha detto Cohen, capo del servizio rianimazione dell’ospedale Jean Verdier a Bondy, all’emittente Bfmtv. Nel suo ospedale sono stati riesaminati i test Prc (un esame con tecniche di biologia molecolare usato per diagnosticare le infezioni virali) effettuati sui malati con polmoniti sospette in dicembre e gennaio. Un altro ospedale della regione parigina, il Raymond Pincaré a Garches, ha già annunciato di voler riesaminare 2mila test Prc fatti fra il novembre 2019 e il marzo 2020. Retrodatare l’inizio del contagio in Francia, può avere importanti conseguenze per capire l’andamento e l’estensione dell’epidemia oltralpe, ma forse anche in Europa. Finora si riteneva che i primi casi in Francia risalissero al 24 gennaio.

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