Coronavirus, l’epidemiologo Lopalco replica a Fitto: “In Puglia abbiamo evitato un disastro”

"Abbiamo evitato un disastro epidemiologico legato all'afflusso di circa 30.000 cittadini pugliesi"
MeteoWeb

“Abbiamo evitato un disastro epidemiologico legato all’afflusso di circa 30.000 cittadini pugliesi. Grazie alla misura della quarantena e alla sorveglianza attiva, abbiamo individuato ben 200 casi, che sarebbero altrimenti andati in giro ad attivare innumerevoli focolai epidemici“. Lo dice Luigi Lopalco, epidemiologo, coordinatore della task force Covid della Regione Puglia, rispondendo a Raffaele Fitto, parlamentare europeo di Fratelli d’Italia.

“L’ondata pandemica – spiega Lopalco – è passata dalla Puglia senza che il sistema ospedaliero, nemmeno per un giorno, fosse messo in crisi” è inoltre “l’intera prima fase è stata gestita senza istituire neanche una singola zona rossa, che avrebbe portato serie conseguenze e disagi ai cittadini“.

Lopalco poi afferma che su “oltre 500 Rsa ed Rssa, sono stati segnalati focolai solo in 14 di esse per un totale di circa 700 casi su circa 17.000 ospiti”. Mentre “negli ospedali – aggiunge Lopalco – sono stati identificati solo 6 focolai; dalle risultanze degli studi sierologici solo una quota compresa fra 1% e 2% degli operatori sanitari sono entrati in contatto con il virus, a dimostrazione della efficiente protezione messa in atto durante il loro operato”.

“Questi risultati – commenta Lopalco – sono stati ottenuti grazie ad una azione scientifica e mirata di contact tracing da parte dei Dipartimenti di Prevenzione che, dall’inizio dell’epidemia, hanno eseguito quasi 28.000 provvedimenti di sorveglianza sanitaria o isolamento fiduciario”.

Per Fitto, invece, “Emiliano e la sua task force hanno sbagliato strategia anche sui tamponi. Finalmente se ne è accorto anche lui ed ora speriamo che la cambi. Peraltro – dice Fitto – annunciare solo oggi che si sono aggiunti laboratori privati per le analisi sui tamponi, è la conferma degli errori commessi”.

“La Puglia – incalza Fitto – è ultima in Italia e ricordiamo che la regione Veneto non solo si è attrezzata con strumentazione altamente innovativa che consente di ottenere nel giro di poche ore il risultato, ma ha anche adottato una strategia di attacco al virus fondata sulla ricerca attiva dei casi positivi completamente diversa dalla Puglia che ha fatto e fa ancora i tamponi solo a malattia conclamata”.

Nella fase 2 stiamo progressivamente adattando la nostra strategia diagnostica per far fronte ad una situazione epidemiologica completamente diversa, non certo in seguito alle critiche prive di ogni fondamento scientifico giunte nelle scorse settimane. La messa in campo dei laboratori privati servirà soprattutto a soddisfare una richiesta privata di screening diagnostici da parte delle aziende che progressivamente riaprono”.

“E’ parallelamente in programma – continua – un ulteriore rafforzamento della rete pubblica che avverrà anche grazie alla sollecitazione che le Regioni hanno esercitato sul Governo centrale di fornire un supporto sull’approvvigionamento di reagenti che in tutta questa prima fase ha rappresentato un elemento di criticità in diverse situazioni.Un epidemiologo non si sognerebbe mai di dire ad un cardiochirurgo come si fa un trapianto di cuore”, continua Lopalco.

”Figuriamoci se gli passerebbe mai per la testa di dire ad un commercialista come si analizza un bilancio o ad un avvocato come si conduce un’arringa. Onorevole Fitto: non so quale sia stata la sua professione prima di scendere in politica, ma mai mi sognerei di criticare un’azione nel suo campo professionale. La invito pertanto – dice – a venire qui nella sede della task force e avrò piacere a mostrarle la enorme mole di dati su cui basiamo le nostre scelte strategiche. Sono sicuro che cambierà idea sul nostro operato. Se poi qualcuno dei suoi consulenti vorrà suggerire in maniera costruttiva un cambiamento di strategia, sarò sempre felice di ascoltarlo, discutendo con loro sul piano tecnico e scientifico”, conclude Lopalco.

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