“Mentre voi stracciate il Codice di Norimberga con TSO, multe, deportazioni, riconoscimento facciale e intimidazioni, avallati dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro Pluripresidente della Repubblica che è la vera epidemia culturale di questo Paese, noi fuori con i cittadini moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti”. Sono le parole pronunciate in Aula dalla deputata del gruppo misto Sara Cunial in dichiarazione di voto sul decreto Covid, con chiaro riferimento all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Le parole della parlamentare hanno provocato proteste di diversi colleghi, e c’è chi chiede che si proceda per vilipendio alla Presidenza della Repubblica. Sara Cunial, paladina dei complottisti e delle teorie anti-scientifiche, a supporto dell’assurda teoria del Coronavirus causato dal 5G, non è nuova a questo tipo di esternazioni in Parlamento, ma questa volta ha forse passato il segno.
C’è chi parla di offesa e la invita pubblicamente a scusarsi e chi invece intravede gli estremi del reato di vilipendio al capo dello Stato. Nell’attesa che l’analisi del testo, richiesta dal Pd, fornisca qualche elemento di comprensione in più, è certo che l’intervento di Sara Cunial abbia messo a soqquadro le conclusioni del dibattito per la conversione del decreto Covid 19 alla Camera.
Quale fosse il suo bersaglio, Cunial, lo ha spiegato qualche ora dopo la conclusione della seduta, specificando di essersi riferita con la sua espressione ‘pluripresidente’ a Giorgio Napolitano eletto per due volte al Quirinale e non all’attuale presidente Sergio Mattarella. “Quando nella mia dichiarazione di voto parlo del ‘pluripresidente’ ovviamente non mi riferisco al Presidente Mattarella, al suo primo mandato, ma a Giorgio Napolitano, ‘pluripresidente’ per l’appunto. Forse ad alcuni colleghi è sfuggito il fatto che non sia più in carica. Se no non si spiega né l’attacco nei miei confronti né l’atteggiamento ossequioso e ubbidiente che continuano ad avere nei suoi confronti“, sostiene Sara Cunial. “Riporto la frase incriminata pronunciata oggi in aula: ‘Mentre voi stracciate Codice di Norimberga con Tso, multe, deportazioni, riconoscimento facciale e intimidazioni avallate dallo scientismo dogmatico protetto dal nostro ‘pluripresidente’, che è la vera epidemia culturale di questo Paese, noi moltiplicheremo i fuochi di resistenza in modo tale che vi sia impossibile reprimerci tutti’, sottoscrivendone ogni singola parola – continua Cunial – oltretutto è chiaro che parlando di ‘vera epidemia del nostro Paese’ mi riferissi allo scientismo dogmatico e non al ‘pluripresidente’. Se poi qualcuno fosse interessato ad ascoltare con le proprie orecchie ciò che ho dichiarato oggi in aula – conclude Cunial – c’è il link al video. Sono sicura che si possano trovare spunti interessanti sia per un buon lavoro giornalistico che politico“.
Sarà sufficiente la puntualizzazione a placare le richieste di un’istruttoria che sono arrivate da Fi, Pd e Iv? Non si sa. A decreto approvato, infatti, aveva chiesto la parola il vice presidente del gruppo di Fi, Simone Baldelli. “Forse ho sentito male – aveva dichiarato – ma ho ascoltato le parole inqualificabili della collega Cunial all’indirizzo del capo dello Stato. Forse ho sentito male, e se così fosse me ne scuso, ma se ho sentito bene, come credo, dovrebbe essere Cunial a doversi scusare. In questa assemblea non si può mancare di rispetto al capo dello Stato“. “Noi – aveva aggiunto Enrico Borghi a nome del Pd – chiediamo che venga assunta agli atti la sbobinatura del testo dell’intervento dell’onorevole Cunial, perché abbiamo inteso si sia riferita in maniera esplicita al presidente della Repubblica. Se così fosse chiediamo che la presidenza assuma iniziative di censura prevista dal nostro regolamento“. “Mentre la collega Cunial stava intervenendo – aveva affermato Camillo D’alessandro (Iv) – io ho richiamato la sua attenzione perché si stava consumando un’offesa al presidente della Repubblica. Se ho capito bene il nostro presidente della Repubblica è stato paragonato a un virus e sappiamo bene cosa abbia prodotto il virus in Italia in questi mesi. Quindi lei sarebbe dovuto intervenire per richiamare l’onorevole Cunial al rispetto dei propri doveri istituzionali e al rispetto del capo dello Stato“.
“Sul presumibile e da verificare vilipendio al Capo dello Stato – aveva dichiarato il vice presidente di turno, Fabio Rampelli – stiamo cercando di capire se l’epiteto di virus fosse indirizzato al presidente del consiglio e nel qual caso sarebbe sconveniente ma non tale da incorrere in un reato, o se indirizzato al capo dello Stato. In quest’ultimo caso opportuno che la Cunial si scusasse, perché si troverebbe nella fattispecie di reato di vilipendio al capo dello Stato, con tutte le conseguenze del caso”. “La presidenza si è comportata correttamente – aveva detto infine Giovanni Donzelli (Fdi) chiudendo il cerchio degli interventi – ma pur non condividendo le parole della Cunial, specialmente se nel caso abbia offeso il capo dello Stato, vorrei far presente che chi dovrebbe chiedere scusa è il M5s che la Cunial l’ha candidata e l’ha fatta eleggere. Bisogna dire a onor del vero che Cunial pensa e dice le stesse cose dal giorno in cui è stata eletta, mentre i 5Stelle, che in campagna elettorale dicevano le stesse cose che lei continua ad affermare oggi, stando al governo, hanno completamente rinnegato“.