“Non siamo sicuri dell’efficacia del plasma dei convalescenti contro il virus Sars-CoV-2. Ma è una strada da percorrere, in mancanza di altre terapie o di un vaccino. Ovviamente serviranno dei trial clinici rigorosi per avere una prova di efficacia“: lo ha affermato all’Adnkronos Salute Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia e professore emerito di Microbiologia dell’università di Padova, che ammette “di non comprendere le polemiche su questo tema“, precisando che si queste terapie sperimentali non ci sono dati rigorosi basati sul metodo scientifico perché “sono state utilizzate in emergenza, per uso compassionevole. Non si poteva fare altrimenti“. “Che ci sia l’immunità nei Coronavirus è fuori di dubbio, anche se ci sono molte domande per le quali non abbiamo una risposta“. “Se ci sono virus precedenti a cui assomiglia guardiamo al Sars-CoV-1 del 2002-2003 che ha infettato 8 mila persone e fatto circa 700 vittime, estinguendosi nel giro di un anno. Abbiamo fatto poca esperienza in quel caso. Ma anche là ci si era accorti che, come in tutti i Coronavirus, c’era una risposta immunitaria. Vuol dire che si formavano anticorpi. Anche poi con la Mers si era visto che questi anticorpi erano in larga parte erano neutralizzanti e sono stati usati sperimentalmente sull’uomo con risultati favorevoli“.
Per quanto riguarda il Sars-CoV-2, “i cinesi per primi hanno dimostrato che il siero di convalescente era in grado di migliorare o addirittura di guarire il soggetto. Ma queste sperimentazioni non sono state fatte con trial clinici controllati, ovvero test in doppio cieco, randomizzati, sicuri, che dovrebbero dare una risposta certa con metodo scientifico. Questo perché sarebbe stato necessario un gruppo di controllo non trattato accanto a quello trattato, senza che i due gruppi potessero essere identificabili (doppio cieco). Tutto questo non si è fatto per ragioni etiche“. “Come tutti i trattamenti usati fino ad ora, sono stati compassionevoli o off-label, tutti sperimentali. Non vedo le ragioni dell’insorgere della comunità scientifica“.