Attila, il cui nome significa in gotico “piccolo padre”, era nato nel Caucaso nel 406 e fu l’ultimo e più potente sovrano degli Unni. Dal 434 fino alla sua morte governò un vastissimo impero che si estendeva dall’Europa centrale al Mar Caspio, e dal Danubio al Mar Baltico, unificando, per la prima ed ultima volta nella storia, la maggior parte dei popoli barbarici dell’Eurasia settentrionale (dai Germani orientali agli Slavi agli Ugro-Finni). Nel corso del suo regno divenne il più irriducibile nemico dell’Impero bizantino e dell’Impero romano d’Occidente: riuscendo ad invadere due volte i Balcani, cingendo d’assedio Costantinopoli e marciando attraverso la Francia, arrivando a spingersi fino ad Aurelianum, riuscì a scacciare da Ravenna l’imperatore Valentiniano III.
Era l’8 giugno del 452 quando Attila invase l’odierna Italia reclamando il matrimonio con Giusta Grata Onoria, sorella dell’imperatore Valentiniano III. Ed era stata proprio quest’ultima a chiedere l’intervento di Attila, per evitare un matrimonio combinato con il senatore Flavio Basso Ercolano.
Una delle tante storie, questa, che ci fa rivalutare le invasioni barbariche e il periodo di riferimento, in generale. Già perché forse i barbari non erano così ‘trogloditi’ come si pensa e le donne non erano così vittime innocenti, come si racconta. Proprio alcune donne, come Onoria ad esempio, ebbero un ruolo cruciale nella caduta dell’Impero Romano. Basti pensare che le due invasioni barbariche più note, ovvero proprio quella di Attila e quella dei Vandali di Genserico, sono legate a due donne, potentissime matrone della famiglia imperiale: Onoria e Licinia Eudossia.
CHI ERA ONORIA
Sorella dell’imperatore Valentiniano III, oggi Onoria sarebbe definita ‘zitella’. Il sovrano, per natura sospettoso e con un carattere violento, decise che dare un marito ad Onoria sarebbe stato pericoloso: non voleva pretendenti alla successione. Quindi decise che la sorella non si sarebbe dovuta sposare. La madre, ovviamente, acconsentì alla decisione del figlio non solo maschio, ma anche imperatore. Onoria, però si innamorò di un intendente e ciambellano, un certo Eugenio. I due divennero amanti e furono scoperti, anche perché l’incauta sorella dell’imperatore rimase incinta. Eugenio venne condannato a morte e Onoria venne imprigionata, ma Valentiniano decise di darle una possibilità: sarebbe uscita solo per sposare un innocuo senatore scelto dal fratello. Non solo: del neonato non si seppe più nulla.
Onoria, ferita e dolorante, decise di vendicarsi del fratello e, chiusa in un convento, scrisse una lettera proprio ad Attila, il re barbaro definito ‘Flagello di Dio’. Alla missiva ‘allegò’ un anello con il sigillo imperiale e chiese al re unno di sposarla e di diventare così un possibile erede dell’Impero. Attila non si lascia sfuggire l’occasione e scrive a Valentiniano e alla madre, Galla Placidia, per chiedere la mano di Onoria. I due romani, ovviamente, rifiutano e a quel punto Attila decide di conquistare Roma a modo proprio: attacca l’Italia, vincendo visto che l’esercito di Ezio, in Gallia, non fa in tempo a ripiegare verso Roma per salvare l’Impero. Solo l’intervento di Papa Leone, che incontra Attila chiedendogli di andarsene dall’Italia, riuscirà a far desistere l’unno, complice anche la stanchezza di un esercito barbaro ormai allo stremo delle forze. Attila sappiamo che destino ebbe: è morto qualche anno dopo, senza eredi e con un regno che si sta sgretolando. Onoria, invece, fu mandata dalla madre a Bisanzio per salvarla dall’ira di Valentiniano.