“L’analisi di rischio di esposizione a Sars-Cov-2 attraverso l’acqua e i servizi igienici indica che sussistono, allo stato attuale, elevati livelli di protezione della salute“: lo ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa in audizione, davanti alla Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, sulla gestione delle acque reflue. “Con specifico riferimento al tema della eventuale presenza del virus Covid-19 nelle acque reflue, tenuto conto che trattasi di problematica rientrante nella primaria competenza del ministero della Salute, si riportano di seguito gli elementi forniti dall’Istituto Superiore di Sanità. L’Iss ha eseguito una approfondita ed estensiva analisi di rischio in relazione ad Acqua e Servizi igienico sanitari (inclusa depurazione e gestione dei fanghi) e Covid-19, come pure per utilizzi umani delle acque (incluse acque potabili, balneazione) rispetto a potenziali esposizione a Sars-Cov-2“. “L’Istituto ha segnalato alcune sintetiche conclusioni di specifici rapporti redatti in merito all’analisi di rischio: le correnti pratiche di depurazione sono generalmente efficaci nell’inattivazione del virus, dati i tempi di ritenzione che caratterizzano i trattamenti, uniti a condizioni ambientali che pregiudicano la vitalità del virus (luce solare, livelli di pH elevati, attività biologica). La fase finale di disinfezione consente inoltre di ottimizzare le condizioni di rimozione integrale del virus prima che le acque depurate siano rilasciate nell’ambiente“. “Disposizioni specifiche sono state elaborate anche per la gestione dei fanghi di depurazione nell’ambito della fase emergenziale di pandemia. Le disposizioni e le pratiche correnti rispetto alla protezione per l’esposizione sia degli operatori dei servizi di gestione del ciclo idrico integrato che per la sorveglianza, sono adeguati anche rispetto ai possibili rischi infettivi per Covid-19. Pertanto, l’analisi di rischio di esposizione a Sars-Cov-2 attraverso l’acqua e i servizi igienici indica che sussistono, allo stato attuale, elevati livelli di protezione della salute“. “Tuttavia, analogamente a quanto si osserva per la contaminazione dovuta ad altri agenti chimici e patogeni, gli eventi pericolosi critici correlati alla possibile diffusione dell’infezione Covid-19 attraverso l’esposizione a matrici idriche (acque reflue, acque superficiali usate per la balneazione o per fini irrigui, approvvigionamenti idrici autonomi) vanno individuati nelle circostanze di mancanza o inefficienza dei servizi di depurazione che potrebbero comportare la diffusione di Sars-Cov-2 nell’ambiente – conclude Costa – Le autorità di sorveglianza dovranno quindi incentrare ogni attenzione sulla possibile esistenza di emissioni e scarichi illeciti di reflui da abitazioni e nuclei urbani“.