Coronavirus: “Il virus non si sta indebolendo”

"In termini di trasmissibilità, il coronavirus non è cambiato; in termini di gravità, non è cambiato", spiegano alcuni esperti
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In giorni di negazionismo tutto italiano della “forza” o della “carica virale” (e chi ne ha più ne metta) del SARS-CoV-2, il virus responsabile della malattia COVID-19, sono dovuti intervenire gli esperti dell’Organizzazione mondiale della Sanità e di altre istituzioni scientifiche per smentire con decisione le affermazioni di questo tipo che imperversano in Italia. Ieri, l’epidemiologa dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Maria Van Kerkhove, è stata molto chiara: “In termini di trasmissibilità, non è cambiato; in termini di gravità, non è cambiato”.

Dal canto suo, Martin Hibberd, professore di nuove malattie infettive alla London School of Hygiene & Tropical Medicine ha affermato che gli studi più importanti relativi ai cambiamenti genetici del virus SARS-CoV-2 non sostengono l’idea che stia diventando meno potente o che si stia indebolendo in nessun modo.

Per essere più precisi: “Con i dati relativi a Oltre 35mila genomi del virus non c’è attualmente nessuna prova che ci sia alcuna significativa differenza in termini di gravità”. Anche Oscar MacLean del Centre for Virus Research dell’Università di Glasgow ha detto che “non c’è alcun supporto nella letteratura scientifica del fatto che il virus si sia indebolito, e la cosa appare piuttosto non-plausibile”. Stessa opinione, raccolta dalla Reuters, arriva dai genetisti della Johns Hopkins University, Wake Forest Baptist Medical Center, George Washington University Northwell. Quindi di cosa si sta parlando in Italia, e perché, non si è capito bene.

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