Partito il conto alla rovescia per l’avvio del contrasto alla cimice asiatica col ricorso al suo antagonista naturale, la vespa samurai: dal Ministero dell’Ambiente è arrivata ieri sera la firma al decreto che autorizza Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia al rilascio in campo aperto della vespa samurai.
In Emilia-Romagna sarà liberato un piccolo esercito di oltre 65mila esemplari di vespa samurai in circa 300 siti sparsi in tutto il territorio regionale. Prosegue intanto la raccolta delle domande per il rimborso dei danni causati dalla cimice nel 2019, ricorda la Regione: a disposizione ci sono gli 80 milioni di euro stanziati dall’ultima legge di bilancio per tutti i territori delimitati a livello nazionale, di cui 40 milioni per quest’anno e l’altra meta’ ripartita in due tranche da 20 milioni ciascuna per gli anni 2021 e 2022.
“Se le disponibilità si rivelassero insufficienti a coprire tutti i danni accertati alle aziende agricole emiliano-romagnole – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi – torneremo a sollecitare il governo per incrementare la dotazione finanziaria prevista affinché tutte le aziende che rientrano nei criteri per beneficiare degli indennizzi siano adeguatamente ristorate”. Proprio oggi la Cia di Ferrara ha denunciato gli ultimi e recenti attacchi della cimice asiatica alle colture di pere chiedendo più risorse.
12 mila femmine samurai pronte per entrare in 40 siti trentini: parte in campo la grande lotta alla cimice asiatica
Con l’adozione ieri del Decreto del Ministero dell’ambiente della tutela del territorio e del mare che autorizza l’immissione in deroga di Trissolcus japonicus, quale agente di controllo biologico della cimice asiatica, nelle regioni e province che ne avevano fatto formale istanza si dà avvio di fatto ai lanci del parassitoide. In Trentino avverranno ad opera della Fondazione Edmund Mach già la prossima settimana.
I rilasci della vespa samurai per contrastare la cimice asiatica partiranno nei prossimi giorni in oltre 40 siti trentini. Si tratta di un totale di 12.000 femmine, ovvero 100 femmine per ogni sito, che saranno immesse nell’ambiente naturale per tre volte a distanza di 20 giorni l’una dall’altra. Un’operazione preparata nel dettaglio dal gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach da anni in prima linea per affrontare questa emergenza e che ora grazie all’apertura normativa che consente l’uso dei parassitoidi intravvede un concreto inizio, anche se per raggiungere una situazione di equilibrio ci vorrà qualche anno.
Gli ambienti identificati sono aree caratterizzate dalla presenza di colture agrarie (frutteti), margini boschivi e a ridotto input chimico che permetteranno alla specie antagonista di insediarsi nel territorio. I punti sono stati distribuiti in tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica, cercando di garantire rilasci in Val di Non, Piana Rotaliana, Val di Cembra, Val d’Adige, Valsugana, Vallagarina, Alto Garda e Valle Laghi.
L’attività di rilascio, che durerà un paio di mesi si inserisce nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica SWAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, e che vede la collaborazione del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (UniTrento-FEM) che ha previsto nelle settimane scorse l’allevamento del Trissolcus japonicus specializzato nel parassitizzare le uova di cimice.
“I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica quindi nei mesi di giugno-luglio in modo da massimizzare il successo dell’operazione” spiegano i ricercatori e tecnici della FEM, i quali assicurano che la vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all’interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l’uomo e per gli altri organismi. Per allevare la vespina è stato necessario raccogliere migliaia di esemplari di cimice asiatica e grazie alla collaborazione della cittadinanza il piano di raccolta ha portato a circa 20 mila esemplari che hanno già prodotto oltre 2100 ovature, di cui circa il 90% è idoneo per l’allevamento.
Online un sito tutto dedicato alla lotta contro la cimice asiatica.
Per fornire ai cittadini informazioni precise e aggiornate sugli sviluppi della lotta biologica in provincia di Trento nei confronti della cimice asiatica e di altre specie aliene invasive tramite rilasci della vespina samurai ed altri antagonisti esotici è stato creato un sito web dedicato (https://lottabiologica.fmach.it). Il sito descrive gli obiettivi ed i contenuti del progetto e fornisce informazioni anche sulla biologia degli insetti e sulle strategie di contenimento attualmente a disposizione. Una sezione specifica è dedicata anche al moscerino dei piccoli frutti, Drosophila suzukii. Viene inoltre illustrata l’iniziativa di citizen science BugMap per il monitoraggio degli insetti alieni nella Provincia di Trento. Il sito web è stato creato con il contributo del progetto E-STaR nell’ambito del bando PAT “I comunicatori STAR della scienza”.
Coldiretti: via libera alla vespa samurai salva raccolti
Per salvare i raccolti italiani e garantire le forniture alimentari arriva il via libera alla diffusione della vespa samurai, nemica naturale della cimice asiatica, l’insetto killer che ha provocato lo scorso anno la strage nei campi con 740 milioni di danni a pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegi e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole, olive, soia, mais e ortaggi. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che è stato finalmente firmato il Decreto Ministero dell’Ambiente per l’inizio sperimentale della “lotta biologica” in piena emergenza coronavirus. Il Decreto autorizza le Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento, all’immissione in natura della specie Trissolcus japonicus (Vespa Samurai) quale agente di controllo biologico del fitofago Halyomorpha halys (Cimice Asiatica). L’inizio della diffusione di centinaia di migliaia di esemplari della minuscola vespa è previsto nei prossimi giorno con l’obiettivo di fermare l’invasione della cimice asiatica che ha già iniziato ad attaccare i frutteti in un anno particolarmente difficile con l’addio ad un frutto su tre per il moltiplicarsi nel 2020 di eventi estremi, dal gelo alla siccità fino alla grandine. A livello nazionale si stima infatti una produzione di pesche e nettarine ridotta del 28% per un raccolto di quasi 820mila tonnellate che colloca l’Italia in Europa dopo la Spagna mentre il Belpaese – sottolinea la Coldiretti – resta primo produttore di albicocche con 136mila tonnellate, un quantitativo che è però più che dimezzato rispetto allo scorso anno (-56%) ma in forte calo sono anche i raccolti di ciliegie. La “cimice marmorata asiatica” arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa – sottolinea la Coldiretti – per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. Una vera emergenza per il nostro sistema produttivo perchè capace di colpire centinaia di specie coltivate e spontanee e la sua diffusione interessa tutto il territorio nazionale, con danni che hanno colpite ben 48mila aziende agricole. La lotta alla cimice asiatica è particolarmente difficile perché è in grado di nutrirsi su oltre 300 specie diverse di vegetali, si muove molto per invadere sempre nuovi territori da saccheggiare ed è resistente anche ai trattamenti fitosanitari. Il via libera alla vespa samurai, un insetto antagonista delle dimensioni di poco piu’ di un millimetro, apre dunque – continua la Coldiretti – nuove prospettive anche se ci vorrà tempo prima di avere risultati. E’ per questo motivo che alla lotta biologica con la vespa samurai si deve affiancare – conclude la Coldiretti – il sostegno delle Istituzioni alle imprese, per indennizzare i danni della cimice nel periodo transitorio.