Malattie del cuore primo killer per le donne, ancora le meno studiate e trattate

La cardiologia - intesa come ricerca, scienza e attività clinica - è da sempre declinata al maschile e le donne sono ancora studiate e trattate molto meno
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Nonostante le malattie cardiovascolari siano la prima causa di morte nelle donne di tutto il mondo e la loro incidenza nella popolazione femminile più alta che tra gli uomini, la cardiologia – intesa come ricerca, scienza e attività clinica – è da sempre declinata al maschile e le donne sono ancora studiate e trattate molto meno degli uomini, con risultati inferiori a quelli del genere maschile. Da questa considerazione è nato il meeting online ‘La forza del cuore delle donne’, ideato e promosso da Leda Galiuto nell’ambito delle attività della Scuola di specializzazione in Cardiologia dell’Università Cattolica, campus di Roma.
Il metodo Gemelli – afferma Galiuto, dell’Unità di Terapia intensiva cardiologica della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs – consiste nell’approccio multidisciplinare alla ricerca, cura e didattica di un problema di salute complesso, inteso non come una singola malattia, ma una malattia d’organo in un organismo specifico: il cuore delle donne. Il gruppo di lavoro del Policlinico Gemelli – continua Galiuto – è molto attivo anche dal punto di vista divulgativo, attività cruciale per fare non solo informazione, ma anche e soprattutto prevenzione. Bisogna far sapere alle donne che il proprio cuore può ammalarsi tanto quanto quello degli uomini“.
Il Policlinico Gemelli ha attivato molti progetti di ricerca in quest’ambito che riguardano la sindrome da crepacuore, di cui il Gemelli è opinion leader internazionale, con la sua caratterizzazione clinica cardiologica, integrata all’approccio psicologico, psichiatrico, neurobiologico e psicoterapico.
Particolare attenzione è rivolta alla prevenzione al femminile, dal momento che il cuore delle donne, anatomicamente identico a quello degli uomini, ma sottoposto a variazioni cicliche ormonali, riconosce sia fattori di rischio simili a quelli degli uomini, sia fattori di rischio peculiari del sesso femminile.
Anche la riabilitazione ha le sue peculiarità ‘in rosa’, dal momento che le donne che hanno subito un evento cardiovascolare o un intervento cardiochirurgico iniziano la riabilitazione cardiologica partendo da una condizione funzionale più compromessa. Durante il percorso riabilitativo migliorano tanto quanto gli uomini, ma non riescono a raggiungere gli stessi livelli di performance dopo simile percorso.
Infine anche la nutrizione personalizzata al femminile è argomento di grande interesse scientifico, clinico e divulgativo del gruppo di lavoro del Policlinico Gemelli, per condizioni patologiche come l’anoressia, o fisiologiche come sport, gravidanza e allattamento.

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