La pandemia li aveva ammutoliti ma ora tornano gli allarmi sul clima: “I governi hanno solo 6 mesi per evitare crisi”

Con la pandemia di Coronavirus, gli allarmisti del clima erano scomparsi ma ora tornano a farsi sentire: "6 mesi per salvare il pianeta da una catastrofe annunciata"
MeteoWeb

Da quando è scoppiata la pandemia di coronavirus, la questione “clima” sembrava essere passata in seconda piano rispetto ad un’emergenza che ha messo e continua a mettere a rischio la salute di milioni di persone nel mondo. Per mesi, non abbiamo più sentito i soliti messaggi allarmistici e catastrofisti sui cambiamenti climatici ma ora che la situazione coronavirus in Europa ha intrapreso la via del miglioramento, tornano anche gli allarmi per il clima.

I leader mondiali hanno solo una finestra di 6 mesi per evitare la crisi climatica e salvare il pianeta da una catastrofe annunciata, secondo il monito lanciato dal direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea, nell’acronimo in inglese), in un nuovo rapporto incentrato sul rilancio sostenibile delle economie dopo la pandemia di Covid-19. “Quest’anno e’ l’ultimo a disposizione se non vogliamo assistere ad un rimbalzo delle emissioni di carbonio post lockdown“, ha avvertito Fatih Birol.

Su scala globale, come conseguenza del lockdown, ad aprile le emissioni di CO2 sono calate del 17%, ma da allora sono nuovamente cresciute, superiori del 5% rispetto ai livelli dello scorso anno. In base allo studio dell’Iea, che tiene conto di analisi e dati del Fondo monetario internazionale (Fmi), i governi stanno pianificando spese globali di 9 trilioni di dollari nei prossimi mesi per far ripartire le loro economie. Tali pacchetti di misure delineeranno l’orientamento dell’economia mondiale per i prossimi 3 anni, “periodo durante la quale le emissioni dovranno cominciare a diminuire significativamente e in modo permanente, altrimenti gli obiettivi climatici non saranno raggiunti”, afferma Birol.

energie rinnovabiliL’Iea sprona i governi ad incentrare i loro piani di rilancio post-Covid su fonti rinnovabili – soprattutto energia solare ed eolica – e sull’efficienza energetica di edifici ed industrie oltre alla modernizzazione delle reti elettriche. Per avviare la transizione energetica globale, sottolinea il rapporto, serve un investimento globale di 1 trilione di dollari l’anno per il prossimo triennio. In base al Sustainable Recovery Plan nel periodo 2021-2023 occorrerebbe investire lo 0,7% del Pil attuale, tra soldi pubblici e privati, per creare una economia verde ed assicurare al pianeta un futuro sostenibile. Tra gli obiettivi conseguibili con il Piano di ripresa sostenibile c’e’ la creazione di 9 milioni di occupati in piu’ ogni anno e la crescita dell’economia globale con una media del +1,1% ogni 12 mesi.

emissioni co2Come conseguenza della riduzione delle emissioni inquinanti correlate agli usi energetici, andrebbero cosi’ tagliate 4,5 miliardi di tonnellate di CO2 – pari al 5% dell’inquinamento atmosferico. Inoltre tali investimenti consentirebbero l’accesso a soluzioni di cottura pulite per circa 420 milioni di persone nei Paesi a basso reddito e all’elettricita’ per quasi 270 milioni di persone. “I governi hanno l’opportunita’, una volta nella vita, di riavviare le loro economie e di portare un’ondata di nuove opportunita’ di lavoro, accelerando al contempo il passaggio ad un futuro energetico piu’ resiliente e piu’ pulito. Questo rapporto espone i dati e le analisi che dimostrano che un futuro energetico piu’ pulito, piu’ equo e piu’ sicuro e’ alla nostra portata. Il Piano di Recupero Sostenibile farebbe del 2019 il picco definitivo delle emissioni globali, mettendo il pianeta sulla via del raggiungimento degli obiettivi climatici a lungo termine”, ha insistito Birol.

Il piano in questione sara’ al centro del vertice sulle Transizioni per l’Energia Pulita, che il 9 luglio riunira’ virtualmente ministri dei Paesi che insieme rappresentano l’80% del consumo globale di energia, cosi’ come i Ceo dell’industria, i grandi investitori e altri leader chiave del settore pubblico e privato di tutto il mondo. L’obiettivo e’ quello di arrivare a creare una grande coalizione mondiale tra istituzioni, vertici dell’industria energetica, investitori ed altri attori chiave, pronti a perseguire una ripresa sostenibile.

Condividi