“Anche se le modalità sono ancora da chiarire, manca poco più di un mese alla riapertura delle scuole in Italia. E tutti i dati sono rassicuranti: ecco i risultati scientifici più recenti e le esperienze accumulate negli altri paesi sia a proposito dei rischi legati alla malattia in bambini e ragazzi, sia riguardanti il ruolo delle scuole nella trasmissione del virus“: un approfondimento sul tema è stato pubblicato sulla pagina Facebook “Pillole di Ottimismo“, nata dalla collaborazione di numerosi esperti e con la direzione scientifica del virologo Guido Silvestri, della Emory University di Atlanta.
Valentina Flamini (biologa molecolare), Alessandra Basso (TINT, università di Helsinki), Andrea Caldarone (informatico), Sara Gandini (Epidemiologa/Biostatistica) firmano un’analisi facendo il punto della situazione anche in relazione a vari Paesi. Di seguito il post integrale:
“Il famoso ‘Center for Disease Control and Prevention’ (USA) scende in campo con una importante dichiarazione a favore della riapertura delle scuole, perché l’istruzione è uno dei beni più grandi e va difesa perché i rischi di tenere chiuse le scuole superano di gran lunga i benefici, come messo in evidenza anche in un articolo dell’Economist apparso la settimana scorsa (26) (19). Bambini e ragazzi imparano meno quando le scuole sono chiuse e perdono l’abitudine a studiare. Sono i bambini provenienti da contesti svantaggiati che soffrono il peso maggiore. L’educazione è la strada più sicura per uscire dalla povertà e privare i bambini di questa possibilità significa condannarli a una vita più difficile, più breve e meno soddisfacente. La Banca Mondiale stima che cinque mesi di chiusura delle scuole costeranno ai bambini di oggi minori entrate per tutta la loro vita lavorativa, per un totale di 10 trilioni di dollari, circa il 7% del PIL mondiale corrente (19). È spaventoso. Di fronte a queste catastrofiche previsioni, i governi dovrebbero lavorare per riaprire le scuole appena possibile.
A poco più di un mese dalla riapertura delle scuole in Italia, con modalità purtroppo ancora non chiare, riportiamo le evidenze scientifiche più recenti che riguardano bambini, ragazzi e SARS-Cov-2, aggiornando i dati su bambini e ragazzi che avevamo raccolto sia per quanto riguarda il loro ruolo nella trasmissione del virus (1) sia riguardo alle esperienze intanto accumulate negli altri paesi (2).
Rischi per bambini e ragazzi: “una prognosi eccellente”
Un’ampia recensione della letteratura scientifica su 7780 bambini e ragazzi da 26 diversi paesi affetti da COVID-19 dimostra una prognosi sostanzialmente positiva per i pazienti in età pediatrica, che raramente mostrano sintomi respiratori gravi (3). Un recente studio europeo condotto in 25 paesi, Italia compresa, su 582 individui al di sotto dei 18 anni e con diagnosi di COVID-19 durante il picco della pandemia in aprile, ha stimato un tasso di mortalità legata al SARS-Cov-2 inferiore a 1% in bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni di età. (4). Questi risultati confermano gli studi condotti precedentemente (5, 2). Solo una piccola percentuale di bambini ha sviluppato una forma grave della malattia che richiesto il ricovero in terapia intensiva, l’esito fatale rimane tuttavia molto raro (6), diversamente da quello che accade per l’influenza che colpisce più gravemente i bambini sotto i 5 anni (7).
Riguardo ad un possibile legame tra la sindrome di Kawasaki – una malattia infiammatoria rara(10) – e SARS-Cov-2 portato alla ribalta dalla stampa italiana (8), il rapporto redatto dall’Istituto Superiore di Sanità in data 25 maggio fa chiarezza sull’argomento: “Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili ad oggi non è dimostrato che i pazienti pediatrici che in passato hanno avuto diagnosi di malattia di Kawasaki siano esposti ad un rischio maggiore rispetto agli altri bambini di contrarre SARS-CoV-2, né di presentare una recidiva di malattia di Kawasaki” (9).
Una minore suscettibilità al virus
Lo studio condotto a Vo’ Euganeo di cui avevamo accennato nella nostra precedente pillola (2) è stato finalmente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature e conferma che i bambini sono meno suscettibili al virus rispetto agli adulti (11). Uno studio dell’Istituto Gaslini, inoltre, ha dimostrato che i bambini sono resistenti al COVID-19 persino in presenza di importante immunodepressione. Nessuno di questi ha contratto la malattia, neppure quei 7 che avevano convissuto con un famigliare affetto da COVID-19. (12).
I media stanno dando risalto a uno studio coreano che sembra suggerire un rischio più elevato nei ragazzi tra i 10 e i 18 anni (13). Questo studio, tuttavia, non solo è in controtendenza con tutta la letteratura disponibile ad oggi, ma ha anche dei limiti empirici e metodologici che ne rendono discutibili i risultati. In particolare, i risultati raggiunti dallo studio coreano derivano da sproporzioni nei denominatori dei gruppi di età giovanili. Ciò li rende poco credibili visti i trend presentati su Nature in un altro articolo che analizza dati provenienti da Cina, Italia, Giappone, Singapore, Canada e Corea del Sud in cui si vede che la suscettibilità alle infezioni negli individui di età inferiore ai 20 anni è circa la metà di quella degli adulti (14). Inoltre gli autori dello studio coreano non sono andati a verificare realmente come sono accaduti i contagi: “we could not determine direction of transmission”.
Trasmissione del virus con la riapertura delle scuole
I nostri più assidui lettori ricorderanno che in Olanda la riapertura delle scuole dall’11 maggio, senza forme particolari di distanziamento sociale, non aveva portato all’insorgenza di focolai (2). I nuovi dati olandesi, pubblicati il 20 luglio 2020, non fanno che confermare il trend positivo: non sono stati ancora riportati casi di focolai nelle scuole primarie né casi di personale scolastico infettato dai bambini. La diffusione del SARS-Cov-2 nella popolazione generale, inoltre, non ha minimamente risentito della ripresa delle attività didattiche in presenza, con il “famigerato” indice R rimasto praticamente inalterato da marzo (15). Come in Olanda, in Germania la riapertura delle scuole è iniziata a inizio maggio. L’analisi degli anticorpi su circa 1.500 ragazzi di età compresa fra i 14 e i 18 anni e 500 insegnanti provenienti da 13 scuole secondarie nella regione tedesca della Sassonia tra maggio e giugno ha mostrato solo 12 positivi, a conferma, ancora una volta, dell’impatto minimo della chiusura delle scuole sull’andamento dell’epidemia (17). Vi proponiamo anche un interessante confronto della diffusione del SARS-Cov-2 fra la Svezia, dove le scuole primarie e dell’infanzia sono sempre rimaste aperte, e la Finlandia, dove le scuole, con poche eccezioni, sono rimaste chiuse dal 18 marzo al 13 maggio. Confrontando l’incidenza dei casi COVID-19 nei bambini nei due paesi non è stata riscontrata alcuna differenza significativa in rapporto alla popolazione (ricordiamo che la Svezia ha una popolazione di circa il doppio di quella della Finlandia). Non si riportano, inoltre, decessi nella fascia d’età 0-19 anni e non risulta una sproporzione degli infetti fra il personale scolastico tra i due paesi (18).
La riapertura delle scuole e l’importanza del tracciamento
Nel Regno Unito, dopo un primo ritorno a scuola a fine giugno solo per alcune fasce di età, il continuo calo dei nuovi casi e lo sviluppo di un sistema di tracciamento efficace ha spinto verso la completa riapertura delle scuole dal primo settembre (20). Proprio in questi giorni, anche il governatore dell’Alberta (Canada), spinto da solidi e incoraggianti risultati scientifici che dimostrano il basso rischio di contagi tra bambini e ragazzi, ha annunciato che le scuole riapriranno a settembre garantendo agli studenti una vita a scuola pressoché normale. I protocolli per la riapertura prevedono norme igieniche e regole volte a scoraggiare assembramenti, ma le mascherine resteranno opzionali per gli studenti come per gli insegnanti. (21)
In Israele, alcune scuole hanno chiuso in seguito ad alcuni contagi ed uno studio condotto sui ragazzi e insegnanti ha mostrato una diffusione del SARS-Cov-2 del 13.2% nei giovani del 16.6% nel personale. Tra le cause della diffusione sembra ci siano un’ondata di caldo estremo con temperature che salgono a 40°C e oltre e l’uso diffuso dell’aria condizionata (22). Tuttavia un altro studio israeliano suggerisce che la maggioranza dei contagi avvengono a casa (23) e questo dato è confermato anche dagli studi precedenti (24)(25).
Ha suscitato scalpore la notizia apparsa su Science che in Svezia ci sarebbero stati diversi decessi tra gli insegnanti (26). La rivista si riferisce in realtà a tre casi riportati dalla stampa locale non a studi scientifici (27). Non c’è alcuna evidenza, per altro, che le tre persone decedute siano stati infettate dai ragazzi a scuola.
Stupisce dunque che invece in Italia interi centri estivi siano stati chiusi per un solo caso positivo, lasciando a casa dall’oggi al domani qualche centinaio di bambini e contravvenendo a quella che sembrava essere la logica del legislatore nel creare i mini gruppi “bolla”: gruppi che non essendo a contatto con nessun altro hanno lo scopo di delimitare la potenziale trasmissione.
Esemplare a questo proposito è il caso del centro estivo di Roma che è stato chiuso d’ufficio dalla ASL dopo che uno dei frequentanti è risultato positivo. Nel pomeriggio del 1° luglio 2020, un bambino di 5 anni, insieme con la sorella di 14, vengono sottoposti a tampone dopo essersi recati al pronto soccorso del Bambin Gesù con sintomi riconducibili a COVID-19, il responso arriva già l’alba del giorno successivo, entrambi i fratelli sono positivi. Il centro estivo viene chiuso dalla Asl Roma 2, personale e bambini vengono sottoposti a tampone.
Il più piccolo dei fratelli ha frequentato il 1° luglio, per la prima ed unica volta il centro estivo “New Professional Dance”, insieme con altri 50 piccoli ospiti. Il centro estivo viene chiuso d’ufficio dalla ASL e tutti i bambini e le rispettive famiglie nonché il personale del centro estivo vengono sottoposti a tampone. La notizia ha grande risalto sui media nazionali, in particolare lo spauracchio di un focolaio che si diffonde fra i bambini per poi propagarsi nelle famiglie agli adulti. Grande risalto appunto, ma tutti i tamponi risultano negativi, così come anche i secondi tamponi, tutti negativi. Il centro estivo viene quindi riaperto ma la notizia del mancato contagio e della riapertura del centro passa completamente sotto silenzio.
Auspichiamo dunque che le modalità di riapertura delle scuole in Italia tengano conto dei risultati scientifici e delle esperienze degli altri paesi, e prevedano protocolli ragionati nel caso di contagi tra i banchi. Perché bambini e ragazzi imparano meno quando gli istituti scolastici sono chiusi o comunque si è costretti alla didattica a distanza, e perdono l’abitudine a studiare (28).
(1) https://www.facebook.com/guido.silvestri.9/posts/10221640108968079
(2) https://www.facebook.com/pillolediottimismo/posts/143191087421371
(3) Hoang, A. et al. 2020. COVID-19 in 7780 pediatric patients: A systematic review. EClinicalMedicine
(4) COVID-19 in children and adolescents in Europe: a multinational, multicentre cohort study, The Lancet
(5) Novel Coronavirus Pneumonia Emergency Response Epidemiology Team. The epidemiological characteristics of an outbreak of 2019 novel coronavirus diseases (COVID-19) in China. Zhonghua Liu Xing Bing Xue Za Zhi 2020; 41: 145–51
(6) COVID-19 in children and adolescents in Europe: a multinational, multicentre cohort study, The Lancet, https://www.ecdc.europa.eu/…/seasonal-influ…/facts/factsheet
(7) https://www.cdc.gov/flu/highrisk/children.htm https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3930829/
(8) https://www.repubblica.it/…/coronavirus_e_malattia_di_kawa…/
(9) https://www.iss.it/…/asset_…/o4oGR9qmvUz9/content/id/5408133
(10)https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php…
(11)Suppression of a SARS-CoV-2 outbreak in the Italian municipality of Vo’, Crisanti et al. Nature
(12)Angeletti, A. et al. 2020 COVID-19 in Children with Nephrotic Syndrome on Anti-CD20 Chronic Immunosuppression. Clinical Journal of the American Society of Nephrology https://doi.org/10.2215/CJN.06400420
(13)https://wwwnc.cdc.gov/eid/article/26/10/20-1315_article
(14)https://www.nature.com/articles/s41591-020-0962-9
(15)https://www.rivm.nl/…/novel-coronavi…/children-and-covid-19…
(16)https://www.rivm.nl/…/novel-coronavi…/children-and-covid-19…
(17)https://tu-dresden.de/…/immunisierungsgrad-geringer-als-erw… https://www.theguardian.com/…/german-study-covid-19-infecti…
(18)https://www.folkhalsomyndigheten.se/…/covid-19-school-aged-…
(19)Let them learn. The risks of keeping schools closed far outweight the benefits. Millions of young minds are going to waste. The Economist 18th July 2020. https://www.economist.com/…/the-risks-of-keeping-schools-cl…
(20) https://www.gov.uk/…/acti…/guidance-for-full-opening-schools
(21)https://calgaryherald.com/…/live-at-3-p-m-province-to-detai…
(22)https://www.eurosurveillance.org/…/1560-7917.ES.2020.25.29.…
(23)https://www.haaretz.com/…/.premium-almost-two-thirds-of-isr…
(24)Li W, Zhang B, Lu J, et al. Characteristics of Household Transmission of COVID-19. Clinical Infectious Diseases 2020 doi: 10.1093/cid/ciaa450
(25)Bi Q, Wu Y, Mei S, et al. Epidemiology and transmission of COVID-19 in 391 cases and 1286 of their close contacts in Shenzhen, China: a retrospective cohort study. The Lancet Infectious Diseases 2020 doi: 10.1016/S1473-3099(20)30287-5
(26) https://www.sciencemag.org/…/school-openings-across-globe-s…
(27) https://www.sciencemag.org/…/how-sweden-wasted-rare-opportu…
(28)https://www.cdc.gov/…/schools-childc…/reopening-schools.html
(29)Cinque passi per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti
https://asvis.it/…/f…/Pubblicazioni/Documento_educAzioni.pdf
(28) School openings across globe suggest ways to keep coronavirus at bay, despite outbreaks.
Jennifer Couzin-Frankel, Gretchen Vogel, Meagan WeilandJul. Science. 7, 2020.”