Scoperta una fuga di metano “incredibilmente preoccupante” in Antartide: potrebbe cambiare il destino climatico della regione [VIDEO]

Per la prima volta gli scienziati hanno rilevato in Antartide una fuga attiva di gas metano: la scoperta è stata definita "incredibilmente preoccupante"
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Proprio al di sotto dei ghiacci in Antartide, i ricercatori hanno scoperto una fuga di gas che potrebbe cambiare il destino climatico della regione.
Per la prima volta, gli scienziati hanno rilevato nelle acque antartiche una fuga attiva di gas metano, un gas a effetto serra con un potenziale di riscaldamento climatico 25 volte superiore all’anidride carbonica.
Le fughe di metano erano già state rilevate in precedenza sott’acqua, in tutto in mondo: i microbi aiutano a mantenere le perdite sotto controllo, “ingurgitando” il gas prima che possa raggiungere l’atmosfera in quantità eccessive.

Ora, secondo lo studio pubblicato il 22 luglio su Proceedings of the Royal Society B, in Antartide sta succedendo qualcosa di differente.
Gli autori dello studio hanno scoperto che i microrganismi mangia-metano hanno impiegato 5 anni per reagire alla fuga di gas in Antartide, ed anche successivamente non hanno consumato completamente il metano fuoriuscito.
Secondo l’autore che ha guidato la ricerca, Andrew Thurber, della Oregon University, la perdita subacquea ha quasi certamente immesso gas metano in atmosfera per 5 anni, un fenomeno che gli attuali modelli climatici non hanno considerato nella previsione del riscaldamento atmosferico.

Il metano è un sottoprodotto di materiale antico in decomposizione, sepolto al di sotto del fondale marino o intrappolato nel permafrost.
Il cambiamento climatico sta già provocando lo scioglimento del permafrost, determinando un lento rilascio di gas a effetto serra.
L’impatto delle fughe di metano sottomarine è poco studiato, soprattutto nell’inospitale Antartide, anche perché difficilmente localizzabile.

metano antartide

La perdita recente, rilevata a circa 10 metri di profondità nel Mare di Ross, è stata scoperta per caso, quando alcuni sub stavano esplorando l’area nel 2011. Quando Thurber e colleghi hanno visitato la zona quello stesso anno, il fondale mostrava segni di fuga di metano: uno strato di microrganismi che vivono in simbiosi con i microbi mangia-metano. Il tutto per una lunghezza di circa 70 metri lungo il fondale.

L’analisi dei sedimenti ha confermato l’ovvio, cioè che il metano fuoriusciva dal fondale marino. Quando il team è tornato sul posto 5 anni dopo, è stata rilevata la presenza di altri microbi, così come il flusso continuo di metano.
Thurber ha definito la scoperta “incredibilmente preoccupante“, perché la maggior parte dei modelli climatici si basa sui batteri mangia-metano per tenere conto della rimozione di questa minaccia sottomarina (cosa che avviene quasi immediatamente). La risposta microbica lenta e la profondità superficiale della perdita suggeriscono che quantità significative di metano sono state immesse nell’atmosfera al di sopra del Mare di Ross per anni.

Se si guarda al quadro generale, si tratta certamente di una piccola fuga, che probabilmente non influirà sulla bilancia climatica in modo significativo, ma va considerato che le acque che circondano il continente potrebbero contenere il 25% del metano marino della Terra, e altre perdite potrebbero verificarsi senza che nessuno ne venga a conoscenza.

Comprendere come i gas serra sottomarini dell’Antartide interagiscono con l’oceano e l’atmosfera potrebbe avere immense implicazioni sull’accuratezza dei modelli climatici, secondo i ricercatori, nella speranza di riuscire in futuro a scovarne di ulteriori e studiarli.

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