Caso di Viviana Parisi e del piccolo Gioele: la famiglia ne è certa, “non ha mai tentato il suicidio” [FOTO]

"Verranno fatti oggi degli esami alla scientifica di Palermo sui vestiti di Viviana Parisi e domani mattina verra' effettuato un sopralluogo sui posti dove sono stati ritrovati il corpo della donna e quelli si sospetta fortemente siano i resti di Gioele"
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  • Viviana Parisi con il marito, Daniele Mondello
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“Verranno fatti oggi degli esami alla scientifica di Palermo sui vestiti di Viviana Parisi e domani mattina verra’ effettuato un sopralluogo sui posti dove sono stati ritrovati il corpo della donna e quelli si sospetta fortemente siano i resti di Gioele”. A dirlo il legale della famiglia Mondello, l’avvocato Pietro Venuti. “Sono accertamenti tecnici – aggiunge – per verificare alcune dinamiche e che spero ci dicano qualcosa in più su quanto è successo a Caronia”.

“Viviana non ha tentato il suicidio a giugno, ma ha soltanto ripreso dei medicinali che le avevano dato a marzo all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, forse però ha esagerato con un sovradosaggio. Spero che nessuno voglia speculare anche su questo”. Lo ha affermato l’avvocato Pietro Venuti legale della famiglia Mondello.

Luigino Parisi, il padre della deejay scomparsa lo scorso 3 agosto e poi trovata morta cinque giorni dopo, ha incontrato, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza per affidare a loro il caso sulla morte della figlia e del nipote. I due legali hanno seguito per anni importanti casi di cronaca nera, come il delitto di Avetrana di Sarah Scazzi, oppure il caso dell’omicidio di Meredith Kercher. L’incarico è stato formalizzato e i due legali torneranno presto per iniziare a occuparsi del caso. L’altro legale della famiglia Mondello è Pietro Venuti.

Le ricerche sono una cosa seria e il sugo per pranzo. Forse oggi c’è soprattutto da chiedersi come sia stato possibile non vedere il corpicino di Gioele, a poca distanza da sua madre, e durante ben sedici giorni di ricerche”. Lo scrivono su Facebook gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza che rappresentano il padre di Viviana Parisi. “Le battute in zona sono state molte, con un dispiegamento di molti uomini tra vigili del fuoco, polizia, carabinieri, forestali, corpi speciali ed unità cinofile, per poi arrivare al ritrovamento avvenuto grazie ad un volontario, dopo sole 5 ore di ricerche– dicono-E purtroppo non è la prima volta che accade. Il caso più clamoroso è stato sicuramente quello di Yara Gambirasio, il cui corpo fu rinvenuto in un terreno da un appassionato di aeromodellismo, quando in quell’area, nei mesi precedenti, le ricerche erano state eseguite con l’impiego di svariate forze dello Stato”.Ma dobbiamo ricordare anche il caso di Elena Ceste, rinvenuta dopo nove mesi dalla sua scomparsa, a due passi da casa, da alcuni dipendenti comunali impegnati nella pulizia del canale– proseguono- E non possiamo neanche dimenticare il caso di Eleonora Gizzi, l’insegnante di Vasto, il cui corpo fu ritrovato casualmente sotto un ponte autostradale che – a quanto dire! – era stato a lungo ispezionato”. “Queste evidenze, allora, devono farci riflettere sulle modalità con cui vengono condotte le ricerche nel nostro Paese: sicuramente qualcosa non funziona nelle procedure d’intervento, per cui è diventata un’esigenza non più procrastinabile quella di intervenire e di potenziare questo settore con metodi europei, evoluti, moderni e ancora più professionali“, aggiungono.

Al di là di dubbi ed osservazioni, vogliamo denunciare l’amarezza per le pesanti indiscrezioni che stanno emergendo circa la vita privata e lo stato di salute di Viviana, che purtroppo non può più difendersi“. Lo affermano gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza legali della famiglia di Viviana Parisi. “La donna stava sicuramente vivendo un periodo di reale affaticamento – aggiungono i due penalisti – ma non è emerso allo stato alcun elemento, neanche indiretto o latente, che possa far presupporre l’intenzione della stessa di uccidere suo figlio. Questa ipotesi dell’omicidio-suicidio appare forzata ovvero il ‘commodus discessus’, la facile via d’ uscita, in considerazione del fatto che sembra assai improbabile che Viviana avrebbe percorso oltre 100 km per lanciarsi poi da un traliccio della corrente (che non costituiva sicuramente la meta del suo viaggio ) o avendo a disposizione il terrazzo di casa e senza sottovalutare neanche il fatto che, la mattina prima di uscire, aveva messo in preparazione il sugo per il pranzo con marito e figlio. In certe circostanze, in assenza tra l’ altro di una indispensabile quanto completa, valida e professionale relazione psico/ socio/ familare e di risultati qualificati di natura medico legale – chiosano gli avvocati della famiglia Parisi – sarebbe preferibile da parte di tutti, il silenzio e il rispetto per due morti cosi’ dolorose e per le loro famiglie”.

 

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