Coronavirus, immunologo Mantovani: “Ritardo tragico nel fare le zone rosse, ci siamo trovati a fare medicina di guerra”

"In Lombardia non c'è stato un solo tsunami, ma due. Non identificati per almeno un mese e mezzo. Tutti siamo d'accordo che c'è stato un ritardo nel fare le zone rosse nelle valli bergamasche"
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Non c’è dubbio che c’è stato un ritardo tragico nella fare le zone rosse” in Lombardia. Ma “è molto facile giudicare con il senno del poi e giocare la partita guardandola alla tv: quando si è in mezzo è molto più difficile“. Lo ha detto Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas, che ha partecipato, oggi, all’appuntamento settimanale ‘Il caffè del mercoledì della Fondazione Einaudi’, trasmesso sui social della Fondazione.

In Lombardia – ha spiegato l’immunologo ricordando gli studi che hanno identificato due diverse aree in cui si è sviluppata la pandemia – non c’è stato un solo tsunami, ma due. Non identificati per almeno un mese e mezzo. Questo è lo scenario scientifico. Tutti siamo d’accordo che c’è stato un ritardo nel fare le zone rosse nelle valli bergamasche. E credo che vado scritto a merito del Comitato tecnico-scientifico di essersi reso conto della situazione e di aver dato un segnale d’allarme”. Mantovani spiega di avere “rispetto per chi ha avuto responsabilità di governo nell’emergenza, al di là degli errori. Per quanto ci riguarda ci si è trovati a fare medicina di guerra. E’ credo che ci sono stati errori, come quello delle zone rosse. E grandi errori come quelli di chi ha raccontato che ci trovavamo di fronte a una banale influenza e i dati non dicevano quello. Ma se facciamo la somma algebrica di tutto, il Paese si è comportato bene. La somma è positiva”, conclude.

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