Una ragazza di vent’anni è morta dopo essere stata inseguita e speronata dal fratello, dieci anni più grande di lei. E’ accaduto nella notte dell’11 settembre ad Acerra, in provincia di Napoli. La vittima, in base a quanto ricostruito dai carabinieri, è stata aggredita perché lesbica: al momento dei fatti si trovava in moto insieme alla fidanzata, con la quale stava per andare a convivere.
Maria Paola Gaglione, è morta così, tragicamente, dopo essere stata inseguita e speronata dal fratello Michele Antonio Gaglione, poi fermato dai carabinieri. Ferita anche la fidanzata della vittima. Le due ragazze stavano viaggiando da Caivano ad Acerra quando sono state raggiunte dal ragazzo, anch’egli a bordo di uno scooter. Il giovane ha tamponato con violenza la coppia e le due sono cadute a terra, in via degli Etruschi. Maria Paola è morta sul colpo mentre la compagna è rimasta ferita, ma non in pericolo di vita. All’arrivo dei carabinieri, Michele Antonio, disoccupato e incensurato, è stato portato in caserma e sottoposto a fermo.
“Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata“. Lo ha detto ai carabinieri, secondo quanto riferito, Michele Antonio Gaglione, fermato per la morte della sorella Maria Paola. Inizialmente rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si e’ aggravata e il 30enne e’ finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia. Il giovane ha inseguito la sorella e la compagna per parecchi minuti, cercando con i calci di farle cadere dallo scooter in corsa, poi in una curva, il mezzo con a bordo le due ragazze, colpito dalla furia del giovane, ha perso aderenza finendo fuori strada; Maria Paola e’ finita su un tubo per l’irrigazione, che le ha tranciato la gola, l’amica, che da un po’ di tempo si fa chiamare Ciro, e’ stata piu’ fortunata perche’ e’ finita sul selciato senza pero’ sbattere contro alcun ostacolo, ed e’ ora ricoverata in ospedale. Sono questi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli ultimi attimi di vita della 20/enna Gaglione, morta nella notte tra venerdi’ e sabato; il fratello, disoccupato, residente al Parco Verde di Caivano (Napoli), che dopo aver speronato le ragazze e averle fatte uscire fuori strada, si e’ anche fiondato su Ciro pestandola, mentre la sorella era ormai morta, e’ stato arrestato poco dopo.
“Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là che ha ‘infettato’ mia sorella che è stata sempre ‘normale’“. Così Antonio Gaglione, ora in carcere per omicidio e violenza privata aggravata da omofobia, a quanto riporta “Il Mattino“, ha spiegato ai carabinieri della caserma di Acerra, diretta dal maresciallo Giovanni Caccavale, il perché del folle gesto che lo ha spinto a speronare lo scooter con a bordo la sorella gay e la sua compagna, uccidendo la prima e ferendo la seconda.