Arrivano dati sconcertanti per gli italiani: sono sempre più numerose le persone in sovrappeso e con obesità. I numero crescono in maniera rilevante, soprattutto nei minori: ben 1 su 4 ha problemi di peso. Anche gli adulti non devono sottovalutare questa problematica: il 46,1% di persone dai 18 anni in su, soprattutto nella fascia di età tra i 65 e 71 annu, hanno problemi di sovrappeso e obesità.

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Ad incidere su questa crescita è anche il territorio d’origine, come evidenziato dal rapporto Istat realizzato per il secondo Italian Obesity Barometer Report che verrà presentato oggi in occasione del 2nd Italian Obesity summit – Changing ObesityTM meeting.
Organizzato dall’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) con l’Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete” e OPEN Italia – Obesity Policy Engagement Network, l’evento ha il patrocinio di Ministero della Salute, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Istituto Superiore di Sanità, Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ e il contributo non condizionato di Novo Nordisk nell’ambito del progetto internazionale Changing Obesity.

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“I confronti temporali, analizzati per genere e classe di età tra gli adulti hanno evidenziato degli incrementi specifici, in particolare tra le donne dai 18 ai 45 anni (in media +15 per cento) e per le persone dai 75 anni in entrambi i generi, dove per gli uomini si riscontra addirittura un aumento del 20 per cento. Per l’obesità le differenze di genere si sono leggermente acuite nel tempo, in quanto l’aumento ha riguardato in misura maggiore gli uomini, soprattutto a partire dai 55 anni“, ha spiegato Roberta Criales, Dirigente del Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia di ISTAT
“L’analisi temporale evidenzia anche che la geografia è rimasta inalterata con lo svantaggio dell’area meridionale, pur aumentando in misura maggiore in alcune regioni del Nord: in Liguria e Valle d’Aosta, ad esempio, si è registrato un aumento dell’eccesso di peso superiore al 10 per cento, in Lombardia e in Piemonte l’incremento è stato doppio rispetto a quello della media nazionale del 4 per cento. Per l’obesità aumenta la prevalenza di oltre il 30 per cento nelle regioni Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna al Nord, Umbria e Calabria al Centro-Sud, a fronte di un incremento medio a livello Italia del 17 per cento“, ha aggiunto.

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Lo studio mostra come l’Italia abbia registrato un importante aumento di obesità e di sovrappeso: nonostante i livelli non siano tanto allarmanti quanto quelli degli altri paesi europei, si registra una crescita del 30% negli ultimi 30 anni. Ad incidere su questa crescita è in particolar modo il luogo d’origine: le tradizioni culinarie, il rapporto col cibo e gli stili di vita della zona di nascita influiscono molto.
“L’Italian Obesity Barometer Report 2020, realizzato da IBDO Foundation in collaborazione con ISTAT e CORESEARCH e il contributo di esperti, evidenzia non solo i dati italiani e globali dell’Obesità, ma prende anche in esame le politiche sanitarie di contrasto all’Obesità intraprese in Italia permettendo una analisi critica che permette di evidenziare i risultati e i limiti delle strategie attuate. L’ambizione del report e dell’azione complessiva dell’IBDO Foundation è quello di animare il dibattito tra i vari “attori” coinvolti nella lotta all’Obesità, partendo dai dati disponibili, per arrivare a trovare soluzioni che migliorino la qualità di vita delle persone con Obesità“, ha affermato Renato Lauro, Presidente IBDO Foundation.

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“L’Obesità è una patologia cronica multifattoriale che richiede una gestione di lungo termine che però spesso viene considerata come responsabilità del singolo, una scelta di stile di vita dovuta a una scarsa auto-disciplina e a una mancanza di motivazione. Questa convinzione, fortemente presente nell’opinione pubblica, persino osservata negli operatori sanitari che sono stati individuati come la seconda fonte più frequente di stigma nei confronti del peso dopo i familiari. Il pregiudizio sul peso tra gli operatori sanitari impedisce il rapporto emozionale con i pazienti, aspetto che può portare alla mancanza di diagnosi e di sostegno e, di conseguenza, a un efficace intervento per la gestione del peso. La barriera a una cura efficace non è solo conseguenza dello stigma. Per le persone con eccesso di peso, la stigmatizzazione è associata ad una maggiore sofferenza psicologica e a un’Obesità più grave“, ha aggiunto Paolo Sbraccia, Vice Presidente IBDO Foundation e Professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Roma “Tor Vergata” che ha coordinato l’Italian Obesity Barometer Report.

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“Per affrontare e vincere la sfida contro l’Obesità, i cui costi relativi a livello globale sono in aumento e sovrapponibili a quelli derivati dalle guerre, dal terrorismo e all’uso delle armi, non è più possibile continuare ad agire a silos, dove ognuno è depositario di un pezzo della cosiddetta “verità”“, ha spiegato invece Andrea Lenzi, Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Coordinatore Italia dell’Obesity Policy Engagement Network (OPEN.
“È necessario passare dalla creazione di network virtuali a quello di network virtuosi, in grado di integrare saperi e competenze, dove le Istituzioni debbono colloquiare con i clinici e le Università, con il tessuto sociale e con l’industria in un modello moderno di cross-sector partnership. Per questo l’Italian Obesity Barometer Report annualmente ha il merito di consentirci di approfondire l’impatto che questa malattia ha nel nostro Paese». Parlare di Obesità oggi assume un significato ancora più importante in quanto, come sottolinea la World Obesity Federation (WOF), ‘Il coronavirus può causare sintomi e complicazioni più gravi nelle persone con condizioni legate all’Obesità“.
“L’Obesità è un problema molto rilevante di salute pubblica e di spesa per i sistemi sanitari nazionali. Si tratta di un’analisi condivisa da tutti, nelle proporzioni che oggi vediamo illustrate, che impone una presa di consapevolezza da parte dei decisori politici a tutti i livelli istituzionali. Dall’approvazione all’unanimità, avvenuta lo scorso 13 novembre 2019 presso la Camera dei Deputati, della Mozione che impegna il Governo ad adottare azioni per la prevenzione e la cura dell’Obesità, richiedendo in primis il riconoscimento dell’Obesità come malattia cronica, è trascorso quasi un anno: oggi chiediamo ulteriori e nuovi sviluppi, a partire dall’inserimento della malattia nei LEA, che garantirebbe pieno accesso alle cure e ai trattamenti, e da una campagna mediatica nazionale contro lo stigma sociale che coinvolga il mondo dell’informazione, dello sport, della scuola, dei comuni”, ha concluso Roberto Pella, che ha deciso di mandare una lettera al Ministro della Salute Speranza e a tutti i rappresentanti delle Istituzioni coinvolte per evidenziare l’urgenza di azioni per tutelare le persone con obesità, che durante la pandemia sono ancora più fragili.