Le nuove scoperte della missione OSIRIS-REx della NASA suggeriscono che l’interno dell’asteroide Bennu potrebbe essere piu’ debole e meno denso dei suoi strati esterni. Questo e’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances e condotto dal team OSIRIS-REx dell’Universita’ del Colorado a Boulder, che hanno analizzato i dati e proposto nuove ipotesi sull’evoluzione degli asteroidi. “Bennu – spiega Daniel Scheeres dell’Universita’ del Colorado a Boulder – e‘ un asteroide in orbita attorno al Sole a piu’ di 320 milioni di chilometri dalla Terra che alla fine del 2018 e’ stato raggiunto dalla missione OSIRIS-Rex, e da allora la sonda, costruita dalla Lockheed Martin del Colorado, ha studiato il corpo celeste in modo estremamente dettagliato“. Il team ha utilizzato gli strumenti di navigazione e una serie di dispositivi di OSIRIS-REx, per mappare il campo gravitazionale dell’asteroide. “Misurare un campo gravitazionale con precisione sufficiente – commenta Jay McMahon, collega e coautore di Scheeres – fornisce indizi sulla posizione e la conformazione della massa di cui un oggetto e’ composto”.
“I nostri dati – afferma Andrew French, terza firma dell’articolo ed ex studente dell’Universita’ di Colorado a Boulder, ora ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA – indicano che il nucleo dell’asteroide potrebbe essere piu’ debole rispetto al manto esterno, il che potrebbe rappresentare un pericolo per l’integrita’ di Bennu, a lungo andare“. Analizzando i dati gravitazionali dei frammenti persi dal corpo e le misurazioni precise ottenute da OSIRIS-Rex, il gruppo di ricerca ha dedotto che la regione interna di Bennu potrebbe essere molto meno densa rispetto agli strati esterni. “Parti della sua massa sembravano disperdersi – continua lo scienziato – e’ come se ci fosse un vuoto al centro, delle dimensioni di circa un paio di campi da calcio. Sara’ interessante validare le nostre ipotesi con l’analisi dei campioni, il cui recupero e’ attualmente in fase di sviluppo”. Gli esperti sostengono che l’esame dei campioni potra’ fornire informazioni sulla coesione tra i grani, una proprieta’ fisica chiave che influisce sulla distribuzione della massa.
Gli autori spiegano che Bennu appartiene a una classe di corpi piu’ piccoli, formati da una serie di detriti. “In realta’ – osserva Scheeres – gli asteroidi cambiano molto piu’ di quanto si possa pensare. Fattori come la luce solare, il vento, le orbite e le gravita’ dei corpi che incontrano nel loro cammino possono influenzare il modo in cui avvengono le collisioni tra asteroidi”. “Speravamo di apprendere qualcosa della storia di questo asteroide – conclude Scheeres – in modo da avere una visione migliore su come questi asteroidi si siano evoluti nel corso di milioni, centinaia o miliardi di anni. I risultati hanno superato le nostre aspettative”.