Non c’è un manuale della riapertura o della gestione della pandemia che possa dimostrare il contributo di ogni singolo provvedimento, al di là del fatto che meno contatti si hanno e meglio è” per ridurre il contagio da coronavirus Sars-CoV-2.
“Per definire le misure, bisogna lavorare di cesello, capendo quali cose togliere senza causare gravi danni e affidarsi all’acquisizione generalizzata di responsabilità da parte dei cittadini. Il negazionismo e la stanchezza da emergenza si combatte con la condivisione, parlandosi e non strapazzandosi, cercando di capire e non aggredendo. Bisogna trovare una soluzione condivisa con i cittadini”. E’ la riflessione di Fabrizio Pregliasco.
Il virologo dell’università degli Studi di Milano commenta all’Adnkronos Salute le nuove misure pensate dal governo. Fra i nodi che hanno generato più dibattito quello dell’affollamento sui mezzi pubblici e l’ipotesi di didattica a distanza per i ragazzi delle scuole superiori. Sul fronte mezzi pubblici affollari “si devono fare i conto con una carenza strutturale rispetto alla possibilità di ampliamento. Ci vogliono interventi non facili e immediati. Per questo si valutano volte più a ridurre il numero di persone che hanno bisogno di spostarsi con questi mezzi”.
“La didattica a distanza per i ragazzi delle superiori è un tema collegato. Magari i più grandi possono gestirla meglio rispetto ai più piccoli che ne soffrirebbero di più e hanno già sofferto tantissimo della chiusura delle scuole. Sono scelte sempre difficili. Anche in Lombardia all’interno del Cts regionale oggi ci riuniremo e discuteremo di un ventaglio di opzioni. Anche qui si dovrà fare un bilancio fra quelle possibili”.
Pregliasco evidenzia infine la necessità di “non sottovalutare” fenomeni come il negazionismo e la stanchezza da emergenza coronavirus, fenomeno segnalato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). “E’ un fenomeno pericoloso e si collega a un elemento di effetto negativo sulla percezione della gravità della malattia. Ma si combatte solo con il dialogo“. Dialogo e coinvolgimento, ribadisce l’esperto, “mentre non mi convince l’idea che ci possa essere qualcuno che segnala il proprio vicino per feste private in casa. Altrimenti – conclude – veramente, diventa come il film ‘Le vite degli altri'”, pellicola ambientata in una Berlino Est dei primi anni ’80, in cui un agente della Stasi registra ogni parola e movimento di una coppia, arrivando fino a intervenire nelle loro vite con effetti reali.