“Sarebbe meglio usare sempre la mascherina” anche all’aperto. Però “ovviamente correndo” coprirsi la bocca “dà fastidio, perché ansimi più velocemente e aumentano la frequenza cardiaca e quella respiratoria”. Ma “penso che anche la camminata veloce a un certo punto ‘debordi’ nella corsa”, e possa dunque non prevedere l’obbligo di mascherina. Lo spiega all’Adnkronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano, dopo la circolare del Viminale che – cercando di fare chiarezza sulle occasioni in cui è imposto il dispositivo di protezione anti Covid-19 – distingue fra attività motoria come una passeggiata, che vuole la mascherina, e attività sportiva come corsa o bicicletta che invece non la contempla.
Pensando per esempio alla camminata con i bastoncini, il nordic walking, secondo l’esperto è da ritenere attività sportiva. E “nel momento in cui si stimola la risposta dell’organismo perché si va oltre lo stato di quiete, la mascherina può diventare un fastidio”, precisa. Tuttavia il virologo ci tiene a sottolineare l’importanza che, “se si corre, lo si faccia sempre con una rigorosa attenzione al distanziamento” anche “perché – ricorda – correndo si crea anche una scia di goccioline che vanno all’indietro di qualche metro” e che potrebbero insidiare chi non sta a distanza droplet. Quindi “occhio”, ammonisce Pregliasco: “Chi corre”, e a questo punto anche l’adepto della camminata veloce, “lo faccia distanziato dagli altri proprio per evitare il contagio”.
L’intento della circolare “è giusto – osserva il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano – Punta a chiarire qualcosa che non è protocollabile e deve chiamare in causa il buon senso. Possiamo dire che la circolare, in modo più serioso e formale – sorride Pregliasco – ribadisce quello che il governatore Vincenzo De Luca, in modo molto più pittoresco, aveva raccontato a proposito dei tanti runner” paragonati dal presidente campano a “vecchi cinghialoni della mia età senza mascherina da arrestare a vista”.