Coronavirus, l’appello dei ristoratori lombardi: “Il coprifuoco è la morte”

Una cinquantina di ristoratori lombardi questo pomeriggio si sono trovati sotto il Palazzo della Regione Lombardia per dire che il coprifuoco alle 23 è "la morte"
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Una cinquantina di ristoratori lombardi questo pomeriggio si sono trovati sotto il Palazzo della Regione Lombardia per dire che il coprifuoco alle 23 è “la morte” e per chiedere alla politica di venire incontro al settore per garantire l’occupazione e non fallire.

Tra i manifestanti, Paolo Polli, tra i multati per il sit-in del 6 maggio all’arco della Pace, che fece lo sciopero della fame e che giovedì sera alle 23, quando dovrebbe scattare il coprifuoco, è intenzionato ad andare a protestare con altri colleghi a Palazzo Marino e in Regione Lombardia. “Chiudere alle 23 e non alle 24 non ha senso – ha detto Polli – è solo un modo per non rimborsare i ristoratori, mentre dovrebbero fare ronde e controllare la movida, lasciando che l’economia vada avanti”.

Alfredo Zini, collega del ristorante Al Tronco e coordinatore di altre manifestazioni del settore Ho.re.ca, ha dato invece appuntamento giovedì mattina alle 11.30 in piazza San Babila, spiegando che “se esce un’ordinanza che vieta di uscire per noi è improponibile manifestare alle 23”.

Zini, insieme ai colleghi, ha presentato le richieste del settore al consigliere regionale Gianmarco Senna della Lega, che ha raggiunto i manifestanti sotto Palazzo Lombardia spiegando che è il momento di “conciliare la situazione economica e quella sanitaria“. “Il coprifuoco alle 23 – ha detto Zini – è devastante, alle 22 dovremo mandare via i clienti, perdendo in sostanza il turno delle 21.30, con un’ulteriore riduzione di fatturato. Già con l’ultimo Dpcm sono arrivate una raffica di disdette, non possiamo mettere una famiglia di 8 persone che vive insieme in 2 tavoli diversi, e ora temiamo che il coprifuoco alle 23 abbia un ulteriore effetto psicologico deterrente”.

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