Coronavirus, Locatelli: “Faremo di tutto per non arrivare al lockdown, la scuola sarà l’ultima da sacrificare”

Un lockdown nazionale, secondo Locatelli, "avrebbe conseguenze sociali ed economiche inaccettabili. E la scuola va tutelata a tutti i costi"
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Stiamo facendo in queste ore riflessioni col ministro Roberto Speranza, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito per identificare parametri volti a stabilire soglie: parliamo di combinazioni di numeri tra contagiati rispetto ai tamponi, occupazioni delle terapie intensive e ricoveri ordinari, morti. L’idea è di arrivare a definire un meccanismo che faccia scattare dei livelli di restrizioni fino alla peggiore ipotesi del lockdown nazionale a cui faremo di tutto per non arrivare“: lo ha affermato Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e componente del Cts in un’intervista al Fatto quotidiano.
Servono almeno un paio di settimane per avere effetti sulla curva epidemica“. “Altre misure? Lo diranno i numeri. Chiudere alle 21 penalizzerebbe attività come i ristoranti già in crisi grave. La cosa importante è evitare assembramenti. ‘Coprifuoco’ evoca scenari tristi di limitazione della libertà con la forza, parlerei piuttosto di restrizioni alla possibilità di movimento. Ma quel che serve davvero è un patto generazionale: a perdere la vita per il Covid sono in maggior misura ultrasessantenni soprattutto se con patologie concomitanti come il diabete e problemi polmonari o cardiaci. I giovani devono tutelarli con i comportamenti, lo prendano come un modo di restituire qualcosa ai più anziani: per la fortuna di vivere un’epoca senza conflitti bellici, con sistemi sanitari e solidaristici avanzati…

Un lockdown nazionale, continua Locatelli, “avrebbe conseguenze sociali ed economiche inaccettabili. E la scuola va tutelata a tutti i costi: nella peggiore delle ipotesi sarà l’ultima da sacrificare”. Sull’appello lanciato da cento scienziati che hanno chiesto a Quirinale e governo scelte drastiche subito il presidente del Consiglio Superiore di Sanità sottolinea che ”sono personalità autorevoli e della loro opinione bisogna tenere conto. Ma le scelte spettano alla politica e chi la rappresenta con ruoli di governo, ritengo, non abbia affatto dato fin qui cattiva prova di sé“.

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