Coronavirus, smentite alcune indiscrezioni sul nuovo Dpcm: “Non ci sarà una riduzione degli spettatori”

"Nel dpcm saranno confermati i limiti di 1000 persone all'aperto e 200 al chiuso" per gli spettacoli, chiarisce Dario Franceschini
MeteoWeb

Fonti di governo smentiscono che il nuovo Dpcm riduca il limite del numero di spettatori di spettacoli dal vivo e al cinema. Nella bozza del nuovo decreto, in possesso dell’Adnkronos, si legge tra i punti all’ordine del giorno anche “l’eventuale limitazione di partecipazione del pubblico agli eventi sportivi nonché agli spettacoli aperti al pubblico”. Sempre secondo la bozza verrebbero di fatto dimezzate le attuali disposizioni prevedendo un “numero massimo di 500 spettatori per spettacoli all’aperto e di 100 spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala”. Una stretta che viene però smentita da fonti del ministero dei Beni Culturali guidato da Dario Franceschini. “Nel dpcm saranno confermati i limiti di 1000 persone all’aperto e 200 al chiuso”, si puntualizza.

Ciò nonostante, saranno molte e importanti le novità che verranno introdotte e che permetteranno un approccio diverso nella lotta contro il coronavirus: si prevede una riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni, la quarantena di 21 giorni per gli asintomatici indipendentemente dall’esito del tampone e la riduzione del tampone negativo a 1 per determinare la guarigione dal Covid.

“Ridurre la quarantena e il doppio tampone renderà più agile il sistema di accertamenti e questo porterebbe a una serie di vantaggi dal punto di vista delle tempistiche di ripresa”. Lo ha spiegato all’AGI Claudio Santini, primario della UOC di medicina interna dell’ospedale Vannini, commentando le proposte per il nuovo Dpcm. “Credo che le nuove proposte per il Dpcm siano il giusto compromesso tra le esigenze di massima sicurezza e agilità del sistema”, afferma Santini. “Ma dobbiamo distinguere anzitutto l’ideale dal possibile”

Per Santini “L’ideale sarebbe poter effettuare due tamponi, che restituiscono piu’ garanzie di veridicità, e mantenere a 14 il numero di giorni necessari per la quarantena, ma dobbiamo anche considerare l’importanza delle possibilità. Per mia esperienza personale, come medico impegnato in ospedale in un reparto di medicina, so che per la nostra professione quattro o cinque giorni possono fare la differenza in termini di attività‘”. Ma è evidente, secondo Santini, il bisogno di scendere a compromessi. “Credo che le misure ridotte rappresentino un giusto compromesso tra le esigenze di massima sicurezza possibile per tutti e tempistiche adeguate a garantire agilita’ al sistema – afferma – in questo modo si evita di sospendere attivita’ necessarie per troppo tempo”. 

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