Maltempo, Tozzi (Cnr): “I morti? Colpa del cemento, non del caso. Il Mose? Modificato l’equilibrio tra laguna e Adriatico”

"Se l'Italia ogni volta che piove più del normale piange morti e devastazioni, non è colpa di un destino avverso ma della bulimia costruttiva"
MeteoWeb

Il devastante maltempo dei giorni scorsi ha provocato alluvioni, frane, smottamenti e ponti crollati al Nord. Mario Tozzi, geologo e ricercatore del Cnr, spiega all’AGI come ‘leggere’ le conseguenze della violenta ondata di maltempo: “Basta parlare di fatalita’. Se l’Italia ogni volta che piove piu’ del normale e accadra’ sempre piu’ spesso per effetto dei cambiamenti climatici – piange morti e devastazioni, non e’ colpa di un destino avverso ma della bulimia costruttiva che negli anni ha sacrificato pezzi sempre piu’ grandi di territorio: ancora oggi ne perdiamo un metro quadrato al secondo. In Italia a parole sono tutti bravi a trovare le soluzioni, ma quando si passa ai fatti pochi fanno quello che hanno promesso. Tutti gli esponenti politici sono pronti a invocare il ‘consumo suolo zero’, ma quando poi si va alle urne c’e’ qualche partito che mette nero su bianco nel programma che non verra’ costruito piu’ niente? Che poi sarebbe l’unica soluzione per il Paese piu’ edificato d’Europa, dove la superficie ricoperta da cemento ed asfalto e’ quadruplicata dal secondo dopoguerra ad oggi ed e’ valutabile intorno al 7,5% del totale”.

Garessio

Come uscirne? “Sulla carta, non e’ difficile – ammette Tozzi – Non posando piu’ alcun mattone nuovo, tanto per cominciare, a meno di non voler consegnare alle nuove generazioni un Paese distrutto. E venendo via dai posti pericolosi. Certo, lo si deve fare gradualmente. Ma non con gli abusivi: li’ ci vuole la ruspa. Anche perche’ poi bisogna investire risorse e rischiare delle vite umane per proteggere chi si e’ messo scientemente in una situazione di pericolo. Basta con le concessioni e con i pietismi. Le sanatorie sanano l’illegalita’, non il rischio”. “Per difendere Latisana – e ci sara’ un motivo perche solo la’ si e’ costruito sul Tagliamento – si teorizza la necessita di rendere il fiume meno naturale. Perche’? – chiede il geologo – La verita’ e’ che ogni fiume, prima o poi, si riprende i suoi spazi. Se gli hai sottratto il suo corso, se lo riprendera’ al momento della piena. In Italia abbiamo 12 mila km di corsi d’acqua ‘tombati’, frutto per lo piu’ dell’ideologia fascista che voleva coniugare il fiume con l’idea di modernita’: 12 di questi corsi d’acqua si trovano solo a Genova. Altri danni non meno gravi sono stati fatti tra il dopoguerra e gli anni ’70. E questo perche’ le licenze edilizie sono sempre stata l’unica fonte di reddito sicuro per i Comuni insieme con le multe per gli automobilisti. Potra’ sembrare una provocazione, ma secondo me il sindaco non dovrebbe mai essere della citta’ in cui viene eletto: solo cosi’ forse sara’ in grado di dire dei no a parenti ed amici. Ad Olbia il sindaco venne apprezzato da tutti per aver sanato 14 insediamenti, ma poi nel 2013 la citta’ dovette fare i conti con una disastrosa alluvione”.

Limone Piemonte

Il terreno ‘costruito’ – sottolinea Tozzi – diventa sempre piu’ impermeabile: cosi’ quando piove, l’acqua anziche’ andare sotto, come natura vuole, resta in superficie. A Limone Piemonte abbiamo visto tutti le immagini di un’intera casa scivolata sul letto del torrente: ma come si fa a costruire li’ ex novo? Dice: e’ crollato anche un ponte romano (a Bagnasco, ndr). Ma a parte che e’ durato un po’ di piu’, anche i romani sbagliavano a volte…”. “Ogni volta siamo pronti a parlare di caso, a rifugiarci nel realismo magico come se il rischio naturale non esistesse – continua il ricercatore del Cnr – come se ogni frana fosse una sorpresa, quando l’Italia ne detiene il record europeo, 620 mila su 750 mila, con uno smottamento ogni 45 minuti e sette morti al mese”.

Il Recovery Fund? “Potenzialmente e’ una buona occasione purche’ le condizioni siano rigorose e soprattutto si controlli come i soldi vengono impiegati e dove vanno a finire. L’unita’ di missione sul dissesto idrogeologico aveva ottenuto 9 miliardi in pochi anni ma quanti ne sono stati spesi? E’ di tante piccole opere che abbiamo bisogno, e invece appena parli di soldi subito tornano di moda i grandi progetti: hanno ritirato fuori persino l’assurdità del ponte o del tunnel dello Stretto“. Un altro modello da evitare e’ quello del Mose. “A parte che e’ brutto a vedersi – conclude Tozzi – per metterlo in opera e’ stato necessario risagomare le bocche di porto. Ma cosi’ facendo e’ stato modificato l’equilibrio tra laguna e Adriatico, e’ stato alterato l’ecosistema. Spero di sbagliarmi, ma il risultato a lungo termine e’ che la laguna verra’ uccisa. Avremo Venezia su un’acqua morta, come a Las Vegas. L’acqua alta non c’e’ poi tante volte in un anno. Magari era meglio rassegnarsi a tenere pronti gli stivali…

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