NBA Finals – Infortunio Dragic, la stella degli Heat rischia di saltare la Serie per una fascite plantare: cause, sintomi, cure e tempi di recupero

Guai in vista per i Miami Heat, Dragic rischia un lungo stop a causa di una fascite plantare: ecco di cosa si tratta, le cause, le cure e i tempi di recupero
MeteoWeb

Brutte notizie per i Miami Heat: l’inizio delle NBA Finals è terribile per la squadra di Miami, che dopo il ko in Gara-1 contro i Lakers di LeBron James rischiano di perdere un’importantissima pedina. Butler, Adebayo e Dragic si sono infortunati, ma è l’infortunio del playmaker sloveno a destare maggiore preoccupazione.

Dragic ha accusato un forte dolore al piede sinistro che lo ha costretto ad abbandonare il match durante il primo quarto. Dai primi esami è emersa una fascite plantare, che potrebbe addirittura costringere lo sloveno a saltare l’intera Serie.

Cos’è la fascite plantare?

dragic
Kevin C. Cox/Getty Images

Si tratta di una malattia che colpisce la fascia plantare e si manifesta con un intenso dolore sotto il tallone e colpisce particolarmente gli sportivi a causa degli eccessivi sovraccarichi a livello podalico. Entrando nel dettaglio, succede che il legamento arcuato, o aponeurosi plantare, si sfibra e si infiamma a causa di diversi fattori. Il legamento arcuato è una fascia fibrosa che unisce la zona plantare interna del calcagno con le dita ed è fondamentale per il bilanciamento del peso corporeo sul piede durante la camminata e la corsa.  Esso subisce una distensione quando il piede si sposta sulle punte e si stacca il tallone dal suolo.

Quali sono le cause della fascite plantare?

Gli studi non hanno ancora accertato una causa specifica, ma sono tanti i fattori che possono determinare la fascite plantare: scarpe inadeguate, sovrappeso e obesità, piedi piatti o cavi, allenamenti scorrenti e contratture, stile di vita sedentario, l’uso di tacchi alti, ma anche l’eccessivo carico di peso sul piede, tipico di chi è costretto a trascorrere molto tempo della giornata in piedi. La fascite, secondo alcuni studi recenti, potrebbe prescindere da infiammazioni ed essere una conseguenza di microtraumi ripetuti, tendinopatia o problemi di atrofia muscolare.

Quali sono i sintomi della fascite plantare?

Il sintomo più comune è un forte dolore al tallone, più intenso al risveglio. Nell’arco della giornata il fastidio tende a diminuire, ma si acutizza dopo una lunga passeggiata o a fine giornata. Per quanto riguarda gli sportivi, come Dragic, il dolore si manifesta all’inizio del riscaldamento per poi diminuire e a volte scomparire del tutto durante il resto dell’allenamento. Il dolore può peggiorare quando si spinge in avanti il tallone e diventare pungente lungo il margine mediale interno del piede quando si cammina.

Quali sono le conseguenze della fascite plantare?

Bisogna saper trattare molto bene la fascite plantare, perchè se trascurata potrebbe peggiorare, portando gravi conseguenze. Il dolore acuto potrebbe infatti essere un importante campanellino d’allarme, che spinge il paziente a sottoporsi ad una serie di accertamenti dai quali potrebbe emergere una lacerazione grave della fascia. Ma non solo: la fascite plantare può anche causare uno stiramento acuto o cronico della fascia plantare o una sua degenerazione nella sua sede di inserzione.

Cure e trattamenti della fascite plantare

dragic
Kevin C. Cox/Getty Images

Il riposo è fondamentale: è necessario interrompere qualsiasi tipo di allenamento per qualche settimana, evitare di stare in piedi e camminare a lungo. L’interruzione degli allenamenti è necessaria sin da subito: ignorare i primi dolori può portare solo all’acutizzarsi della situazione, costringendo poi ad un periodo di stop ancora più lungo. Il riposo serve a ridurre l’infiammazione e allevia il dolore. Se necessario, l’utilizzo di stampelle potrebbe aiutare a diminuire il carico del peso sul piede. Nel caso di infiammazione e dolorose fitte è consigliata una cura con ghiaccio, da collocare sulla zona interessata non più di 15 minuti, tre o quattro volte al giorno.

Dopo i primi giorni dedicati al riposo è importantissimo dedicare del tempo agli esercizi di stretching: allungare e distendere i tessuti attorno al calcagno favoriscono la guarigione, così come anche i tutori. Indossare dei tutori, soprattutto nelle fasi notturne, può aiutare a mantenere distesi i tessuti, alleviando i dolori.

E’ da tenere in considerazione anche il massaggio del tallone e della volta plantare al risveglio per diminuire i fastidi.

Quali sono i tempi di recupero?

dragic
Kevin C. Cox/Getty Images

I tifosi dei Miami Heat sono in allarme: Dragic rischia di saltare l’intera serie delle Finals NBA a causa della fascite plantare. I tempi di recupero non sorridono infatti al playmaker sloveno. Si parla di circa 4-8 settimane: se cosideriamo una riduzione dovuta ai trattamenti tempestivi e mirati a cui Dragic potrebbe essere sottoposto considerato il ruolo sportivo, i tempi di recupero potrebbero diminuire, ma non è detto che la stella degli Heat riuscirà a tornare sul parquet di gioco.

Un ritorno in campo troppo precoce potrebbe peggiorare la situazione: se non si rispettano tutte le misure necessarie, il fastidio potrebbe acutizzarsi, portando anche a conseguenze collaterali. Trascurare la fascite plantare può portare il paziente a modificare l’appoggio del piede, causando quindi altre problematiche che andranno ad intaccare schiena, bacino e ginocchia.

Non sono da escludere delle iniezioni locali di cortisone: nel caso in cui il dolore dovesse persistere nonostante i trattamenti precedenti il medico potrebbe scegliere di ridurre l’infiammazione con dei medicinali. Bisogna però fare attenzione: le iniezioni potrebbero indebolire la fascia plantare e atrofizzare il cuscinetto adiposo che avvolte il tallone.

Chi ha necessità di velocizzare il processo di guarigione, come Dragic, pul scegiere di affidarsi ad alcune terapie efficaci come ultrasuoni, massaggi, onde d’urto, fonoforesi e ionoforesi. Queste terapie aiutano la capillarizzazione locale ed il metabolismo cellulare, velocizzando la riparazione spontanea del tessuto.

Nel caso in cui queste terapie non dovessero risultare efficaci il medico potrebbe addirittura optare per un intervento chirurgico per la distensione del tessuto. L’operazione chirurgica, però, è molto rischiosa: le complicazioni post-intervento sono infatti molto serie e non vanno sottovalutate. In caso di operazione i tempi di recupero si allungano notevolmente: si parla infatti di due o tre mesi.

Se invece le terapie dovessero funzionare, il paziente dovrà poi scegliere con molta attenzione le calzature da indossare quotidianamente, proteggere il tallone con plantari specifici e continuare a praticare stretching per evitare la ricomparsa della fascite.

Condividi