I giorni dal 5 al 14 ottobre, nel 1582, non sono esistiti: nessun mistero circonda la “sparizione” di 10 giorni, si tratta semplicemente del risultato di un calcolo matematico.
Il 15 ottobre di quell’anno, infatti, entrò in vigore il calendario gregoriano, ovvero quello che utilizziamo ancora oggi, ma per riallineare la nuova cadenza alle stagioni è stato necessario “eliminare” dei giorni.
Il calendario gregoriano prende il nome da Papa Gregorio XIII, che lo introdusse nel 1582 e modifica il calendario giuliano, precedentemente in vigore. Si tratta di un calendario basato sull’anno solare, cioè sul ciclo delle stagioni.
Per passare dal calendario precedente a quello nuovo, (in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia-Lituania e Belgio-Paesi Bassi-Lussemburgo, e poi negli altri paesi cattolici in date diverse nel corso dei cinque anni successivi) si andò a dormire la notte di giovedì 4 ottobre 1582 e ci si risvegliò all’alba di venerdì 15 ottobre, per colmare una differenza di circa 10 giorni tra il calendario civile e quello solare.
Per la creazione del calendario gregoriano vennero utilizzate le misurazioni dell’astronomo Niccolò Copernico, pubblicate nel 1543 con il titolo di De Revolutionibus orbium coelestium libri sex: lo studioso era riuscito a calcolare, con accuratezza, sia l’anno tropico sia l’anno siderale.