La psicosi della corsa al tampone: è davvero necessario fare tutti questi test? Che differenza c’è tra isolamento e quarantena?

Quello che sta succedendo attualmente in Italia è una corsa sfrenata a fare il tampone: ma è tutto inutile se non dannoso
MeteoWeb

E’ psicosi nella corsa al tampone, soprattutto in questa che viene ormai definitiva seconda ondata dell’epidemia di Covid-19. Ma è realmente necessario ricorrere a tutti questi tamponi? Ha davvero un’utilità concreta in termini di riduzione della possibilità di contagio? In risposta a questa domanda è giunta la nuova Flow chart COVID 19 della circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020, ovvero le indicazioni ufficiali con le norme comportamentali per i casi possibili ed accertati COVID-19.

Osservando la carta nell’immagine a destra si evince come i casi in cui è necessario fare ricordo al tampone siano nettamente circoscritti e soprattutto emerge come sia inutile fare diversamente da quanto indicato dal Ministero. Quello che sta succedendo attualmente in Italia, invece, è una corsa sfrenata a fare il tampone, sia in caso si sia avuto un contatto diretto con una soggetto positivo, anche in assenza di sintomi, sia (e questo ha dell’assurdo) in caso il contatto sia stato soltanto indiretto. Ma la confusione regna sovrana e anche la differenza tra isolamento e quarantena non è ben chiara ai più.

La nuova Circolare del ministero della Salute datata 12 ottobre 2020 aggiorna dunque le indicazioni riguardo la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena, soprattutto in considerazione dell’evoluzione della situazione epidemiologica, delle nuove evidenze scientifiche, delle indicazioni provenienti da alcuni organismi internazionali (OMS ed ECDC) e del parere formulato dal Comitato Tecnico Scientifico l’11 ottobre 2020.

Ecco quali sono le indicazioni principali:

  • l’isolamento dei casi di documentata infezione da SARS-CoV-2 si riferisce alla separazione delle persone infette dal resto della comunità per la durata del periodo di contagiosità, in ambiente e condizioni tali da prevenire la trasmissione dell’infezione;
  • la quarantena, invece, si riferisce alla restrizione dei movimenti di persone sane per la durata del periodo di incubazione, ma che potrebbero essere state esposte ad un agente infettivo o ad una malattia contagiosa, con l’obiettivo di monitorare l’eventuale comparsa di sintomi e identificare tempestivamente nuovi casi.

Casi positivi asintomatici
Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).

Casi positivi sintomatici
Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test).

Casi positivi a lungo termine
Le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia (fatta eccezione per ageusia/disgeusia e anosmia 4 che possono perdurare per diverso tempo dopo la guarigione) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato).

Contatti stretti asintomatici
I contatti stretti di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare:

  • un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso,
    oppure
  • un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.

Nella circolare si raccomanda di:

  • eseguire il test molecolare a fine quarantena a tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze;
  • prevedere accessi al test differenziati per i bambini;
  • non prevedere quarantena né l’esecuzione di test diagnostici nei contatti stretti di contatti stretti di caso (ovvero non vi sia stato nessun contatto diretto con il caso confermato), a meno che il contatto stretto del caso non risulti successivamente positivo ad eventuali test diagnostici o nel caso in cui, in base al giudizio delle autorità sanitarie, si renda opportuno uno screening di comunità
  • promuovere l’uso della App Immuni per supportare le attività di contact tracing.

La circolare ridefinisce i criteri per porre fine all’isolamento/quarantena ed è applicabile dal momento in cui è stata pubblicata. Pertanto, tali criteri potranno essere applicati anche a chi era già in isolamento/quarantena al momento della loro emanazione.

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