Coronavirus, Svezia unico Paese d’Europa dove non c’è la seconda ondata: l’immunità di gregge funziona

Mentre in Europa è di nuovo corsa al lockdown, la Svezia è fuori dalla seconda ondata di contagi: il confronto con i Paesi europei
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La seconda ondata di coronavirus prosegue la sua corsa a pieno ritmo in Europa e molti Paesi stanno facendo nuovamente ricorso al lockdown, anche se meno rigido rispetto alla scorsa primavera, per frenare la diffusione del contagio. Anche l’Italia si appresta a varare nuove misure con un lockdown soft, con l’annuncio di un nuovo Dpcm a breve. Ma c’è un Paese che si è distinto in Europa per non aver mai imposto il lockdown: la Svezia. Durante la scorsa primavera, il Paese scandinavo ha fatto affidamento al senso di responsabilità dei suoi cittadini, invitandoli a seguire semplici regole per evitare il contagio ma senza limitare le libertà fondamentali: la maggior parte delle scuole è rimasta aperta, così come ristoranti e attività.

Ieri, 2 novembre, la Svezia ha riportato 1.178 nuovi casi di coronavirus e 2 morti su una popolazione di poco superiore ai 10 milioni di abitanti, analoga a quella della Lombardia. Di fatto, la seconda ondata nel continente sembra aver colpito poco il Paese scandinavo. Il numero di nuovi casi ha ripreso a salire dall’inizio di ottobre. Il Paese riporta poche vittime al giorno (nei maggiori Paesi europei, Italia inclusa, sono nell’ordine di diverse centinaia), per un totale di 5.969 da inizio emergenza. Rispetto alla popolazione residente sul territorio nazionale, la Svezia ha un numero di vittime sensibilmente più basso rispetto a Italia, Spagna e Regno Unito, che hanno tutte scelto il lockdown in primavera.

Per fare un confronto con altre nazioni, per gli Stati Uniti potrebbe non essere nemmeno una seconda ondata, in quanto non c’è stato un calo significativo di casi nei mesi scorsi. Alcuni Paesi europei che erano ampiamente riusciti a mantenere il virus sotto controllo, come Polonia e Repubblica Ceca, stanno vedendo ampi aumenti di casi, che non avevano mai sperimentato fino a questi livelli durante la prima ondata.

Dal confronto della Svezia con Danimarca, Francia, Germania, Italia e Spagna, emerge che tutti i Paesi hanno subito un aumento dei casi ma Spagna e Francia hanno raggiunto numeri record giornalieri. La Svezia sta registrando numeri migliori di tutti gli altri Paesi inclusi nel confronto, fatta eccezione per la Germania. Per l’epidemiologo Anders Tegnell, la Svezia sta vedendo focolai localizzati anziché una seconda ondata.

Inoltre, nel Paese scandinavo non c’è stato un nuovo incremento di decessi con la seconda ondata di contagi. Proprio l’alto numero di vittime tra le case di riposo della Svezia è stato un punto su cui si sono concentrate le critiche alla strategia svedese durante la scorsa primavera, con le autorità che hanno riconosciuto questo errore. Ma ora che i decessi si mantengono su livelli bassissimi ogni giorno e che l’aumento dei casi è comunque inferiore rispetto a quello degli altri Paesi europei, la strategia svedese soft, senza lockdown, sembra aver pagato ancora. Mentre molti Paesi del continente corrono verso nuove chiusure, la Svezia può continuare a gestire l’epidemia senza grandi affanni, ulteriore prova che il lockdown non è la soluzione migliore per contrastare la pandemia. Il risultato della Svezia potrebbe essere proprio merito della circolazione controllata consentita sin da subito al virus nelle fasce più giovani e sane della popolazione, che potrebbe quindi aver già dato vita alla tanto sospirata immunità di gregge.

Un altro esempio di questo è il caso dell’Argentina: da 8 mesi in lockdown e la situazione non è mai stata grave come adesso.

Coronavirus, il caso dell’Argentina: morti e contagi continuano a crescere nonostante un lockdown che dura da 8 mesi

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