“Un pizzico di ottimismo, forza e coraggio”, l’esperto analizza i dati e rassicura: “Prosegue la marcia verso la cima, qualcuno è già molto vicino”

La curva epidemica "prosegue la marcia verso la cima" secondo Paolo Spada, chirurgo vascolare dell'Humanitas Research Hospital
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L’ultimo bollettino sulla situazione Coronavirus in Italia mostra “un altro passo verso il picco dei contagi, che appare davvero vicino in alcune regioni come Lombardia, Liguria, Trento, Marche, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise e Sardegna. La Valle d’Aosta, che per prima ha raggiunto i vertici di incidenza, pare già aver scavallato“.
La curva epidemica “prosegue la marcia verso la cima” secondo Paolo Spada, chirurgo vascolare dell’Humanitas Research Hospital autore della rubrica “Numeri in pillole” sulla pagina FacebookPillole di ottimismo“. “Qualcuno è già molto vicino“, assicura l’esperto: “Forza e coraggio. “Si deve attendere conferma qualche giorno che non vi siano inversioni ed è oltretutto presumibile che in questa seconda onda il picco sia meno acuto che a marzo (non sono ancora effettive le ultime misure di contenimento, meno rigide del primo lockdown), ma l’attesa non sarà lunga” considerando che nelle regioni citate “la progressione degli aumenti” delle infezioni “sui 7 giorni si avvicina gradualmente alla linea dello zero, e la curva dei positivi in media mobile a 7 giorni dà altrettanto l’idea dell’approssimarsi della vetta“. “Naturalmente c’è poco da festeggiare una volta in cima perché quello è il momento di maggior rischio per tutti e prelude comunque a un periodo di ulteriore crescita dei carichi ospedalieri, già ora parecchio pesanti. Però anche i tassi di incremento dei ricoveri non sono più quelli di ottobre e stanno lentamente assestandosi. I decessi hanno ancora tassi di incremento del 75%, ma anch’essi in riduzione: saranno gli ultimi a stabilizzarsi e quindi a scendere“, come già accaduto nella prima ondata.
Ieri, insieme a mille commenti gentili, c’è anche stato chi mi ha ammonito di non illudere i lettori riguardo la prossimità del picco epidemico. Ci tengo a precisare che nulla di quanto detto è frutto di mia invenzione, e che benché sappiamo che i numeri in assoluto siano drogati di sottostima (anzi adesso sono proprio in overdose), è difficile che la curva “reale” abbia una inclinazione molto differente. E quand’anche mi sbagliassi nell’intravvedere la fine di questa dura salita, e nel darne avviso ai compagni di cordata (lo faceva anche il mio papà in montagna, e sì, lui barava un po’, ma a fin di bene, per darci l’incoraggiamento), davvero non credo che un pizzico di ottimismo possa dar più che tanto fastidio. Nel caso, fatemelo sapere, che ho qualche canale TV da consigliarvi.”

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