In base alla rete di monitoraggio sul rischio valanghe Meteomont dei Carabinieri permane in generale “un pericolo Marcato 3 sulle Alpi centrali e orientali (dalle Graie alle Pennine e Lepontine, dalle Retiche alle Dolomiti settentrionali, Alpi Carniche e Giulie) nonche’ sull’Appennino emiliano e laziale-abruzzese (versante tirrenico) per possibile attivita’ valanghiva spontanea, anche di fondo e di slittamento, nonche’ per valanghe provocabili gia’ con un debole sovraccarico (passaggio di un singolo sciatore sci-alpinista o escursionista a piedi o con ciaspole) sui pendii ripidi (inclinazione superiore ai 27 gradi circa)”.
Nel resto dei settori alpini, prealpini e dell’Appennino centro-settentrionale permane un pericolo Moderato 2. “Permane su tali pendii la possibilita’ di distacchi provocati con un forte sovraccarico (due o piu’ sciatori sci-alpinisti o escursionisti che non rispettano le distanze di sicurezza) su pendii ripidi (inclinazione sopra i 30 gradi circa) – si legge nella nota Metemont – il problema valanghivo e’ connesso alla neve ventata e alla neve bagnata, per possibile rialzo termico, con possibili piccole-medie valanghe spontanee e valanghe di fondo per slittamento. Prestare la massima attenzione, specie nelle ore piu’ calde della giornata”.
“Sul resto dell’Appennino, in generale, dove presente una omogenea copertura nevosa alle cime piu’ alte, il grado di pericolo valanghe permane a Debole 1: il manto nevoso e’ in generale ben consolidato e stabile su molti pendii – sottolineano i Carabinieri – Tuttavia rimangono pochissimi punti pericolosi su terreno estremamente ripido (inclinazione superiore ai 40 gradi). Massima attenzione comunque alle quote medio-alte dei Massicci Centrali (Sibillini, Monti della Laga, Maiella e Gran Sasso) dove, localmente, su singoli punti e pendii da valutare con attenzione, il pericolo aumenta sensibilmente a Moderato 2. Permane la presenza di croste superficiali da fusione e rigelo, favorite dal lungo periodo di freddo e sole, e croste da vento, tutte compatte e dure, molto pericolose per il rischio elevato di scivolamenti, di difficile individuazione perche’ ricoperte da neve fresca o neve ventata di recente deposizione. Specie nelle zone in ombra e nei versanti settentrionali. Si consiglia pertanto il possesso di una buona esperienza nell’individuazione dei punti pericolosi e ottime capacita’ di tecnica sci-alpinistica, sensibilita’ sulla tenuta delle pelli e di impiego dei ramponi, dei coltelli e delle piccozze“.