Il commissario Domenico Arcuri, d’intesa con le istituzioni, sta lavorando al piano vaccini contro il coronavirus: ecco cosa prevede. Nella bozza del piano si legge che “lo sviluppo di raccomandazioni su gruppi target a cui offrire la vaccinazione sarà ispirato dai valori e principi di equità, reciprocità, legittimità, protezione, promozione della salute e del benessere”.
Nel primo trimestre del 2021 inoltre, arriveranno in Italia oltre 28 milioni di dosi. La primissima fase, da gennaio, sarà concentrata sulla somministrazione al personale sanitario, seguita subito dopo dalle Rsa e dagli anziani con oltre 80 anni d’età. La distribuzione aumenterà tra febbraio e marzo con una ‘fase 2’ nella quale rientreranno le vaccinazioni degli over 60, delle persone immunodepresse o che presentino comorbidità e di insegnanti e personale scolastico. Nella ‘fase 3’ verrà data priorità ai lavoratori dei servizi essenziali, alle carceri e, in generale, ai luoghi di comunità, per poi far rientrare tutti gli altri nella ‘fase 4’, che dovrebbe arrivare a compimento tra la fine dell’estate e l’autunno del 2021.
Le 3,4 milioni di dosi del vaccino Pfizer (che necessitano di una catena del freddo estrema, tra i -20 e i -70 gradi) dovrebbero essere disponibili entro la fine di gennaio e saranno consegnate direttamente dall’azienda produttrice nei 300 siti indicati dal governo, ospedali e Rsa, per la prima fase della campagna che riguardera’ appunto il personale sanitario e gli anziani nelle residenze, che saranno vaccinati attraverso delle unita’ mobili. Per realizzare questa prima fase, il ministero della Salute ha ipotizzato servano 20mila persone tra medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio sanitari, personale amministrativo e anche specializzandi.
Ci sarà un’indagine sierologica su un campione di popolazione vaccinata per valutare la durata della protezione immunitaria, allo stesso modo in cui avviene, da mesi, sugli ex malati. Nella bozza messa a punto dal commissario straordinario, in collaborazione con ministero, Iss, Agenas e Aifa, si sottolinea che “sarà importante valutare la risposta immunitaria indotta dal vaccino in diversi gruppi di popolazione“. Il monitoraggio coinvolgerà un campione rappresentativo di vaccinati stratificati per area geografica, età, genere, e stato di salute. “Gli esami saranno eseguiti immediatamente prima della vaccinazione (tempo zero) e a distanza di 1, 6 e 12 mesi – si legge nel documento -. Le evidenze scientifiche raccolte saranno pubblicate ed utilizzate a fini informativi e valutativi”.
Grande attenzione al tema sicurezza e non solo in corso di approvazione e autorizzazione alle case farmaceutiche, ma anche sul fronte della distribuzione. Anche per questo sarà il sito della Difesa a Pratica di Mare l’hub nazionale di stoccaggio, scelto per le sue caratteristiche di ‘struttura intermodale’, situata nei pressi dell’aeroporto dell’Aeronautica militare, dunque sicura e di ampie dimensioni. Può accogliere vettori aerei, elicotteri, e si trova sul litorale romano, dunque in posizione strategica per raggiungere l’intera Penisola.
Ci saranno dei ‘sub-hub’ regionali – probabilmente uno per ognuna delle 20 regioni italiane, anche questi in siti militari – dove trasferire le dosi in vista della somministrazione di massa. In questa fase verranno utilizzati i 1.500 luoghi per la somministrazione che le Regioni devono indicare: dei centri vaccinali organizzati ad hoc che potrebbero coinvolgere, almeno questa e’ una delle ipotesi, palazzetti, fiere e palestre. Verranno coinvolti anche i medici di medicina generale e i pediatri e, piu’ avanti, anche le farmacie. Le Regioni devono indicare anche dei referenti che, dice il ministero della Salute, “risponderanno direttamente alla struttura di coordinamento nazionale e si interfacceranno con gli attori del territorio, quali i Dipartimenti di Prevenzione, per garantire l’implementazione dei piani regionali di vaccinazione e il loro raccordo con il Piano Nazionale di Vaccinazione”.