E’ stato pubblicato su Nature uno studio che indaga su diverse misure “non farmacologiche” per ridurre la diffusione del Coronavirus: la ricerca, liberamente consultabile al link https://www.nature.com/articles/s41562-020-01009-0, è stata segnalata dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco.
“Sperando di non scatenare le tifoserie (NDR: illusione) vi segnalo questo bel lavoro pubblicato su Nature, in cui si calcola l’efficacia di diverse misure cosiddette “non farmacologiche” per ridurre la diffusione del virus. Le misure non farmacologiche comprendono tutti quegli interventi come il distanziamento fisico, il coprifuoco, la chiusura delle attività commerciali, ecc,” spiega Lopalco.
La ricerca evidenzia come “le due misure più efficaci siano risultate la riduzione dei “piccoli raggruppamenti” cioè incontri con <50 persone (chiusura di ristoranti, smart-working, abolizione di celebrazioni, ecc.) e la chiusura delle scuole.
Importante notare (vedi figura) che la chiusura delle scuole (linea verde), indipendentemente dal momento della curva epidemica in cui si interviene, ha un effetto maggiore perfino dell’implementazione del contact-tracing (linea blu del riquadro inferiore). Infatti la chiusura delle scuole induce una riduzione di R di circa 0,2 mentre il contact-tracing non arriva ad una riduzione di 0,15“.