Oltre al nuovo Dpcm, potrebbe arrivare un decreto ad hoc sulle misure anti Covid per le festività natalizie. Un’ipotesi già circolata e che il premier Giuseppe Conte, apprende l’Adnkronos, avrebbe rilanciato nelle riunione con i capigruppo di maggioranza: “introdurremo delle regole ad hoc per le festività“, le parole del presidente del Consiglio. L’eventuale decreto legge dovrebbe essere incentrato, si riferisce, in particolare sul capitolo spostamenti. Andando verso un “Natale in giallo”, ovvero con l’Italia tutta in fascia gialla, servirebbero regole ad hoc che vadano oltre quanto stabilito dal Dpcm.
Il sistema di monitoraggio – ha argomentato il premier secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza – sta funzionando. Questo ci consente di abbassare la curva con un ‘lockdown dolce’ e ci aspettiamo un Natale in giallo. Non e’ escluso, pero’, che qualche regione possa essere ancora di colore ‘arancione’. La priorita’ e’ comunque – ha argomentato il presidente del Consiglio, secondo quanto viene riferito – evitare una terza ondata per scongiurare la sovrapposizioni a distribuzione vaccini. Pure in una situazione relativamente piu’ tranquilla dobbiamo – il ragionamento del presidente del Consiglio sempre secondo quanto viene riferito – tenere duro nelle restrizioni. Siamo nel pieno della seconda ondata, se affrontiamo il periodo di Natale cosi’ andiamo in faccia alla terza ondata.
Il Governo pensa solo a una ‘soft law’ per disciplinare i cenoni delle feste. Solo “raccomandazioni” e inviti al rispetto delle regole, avrebbe spiegato il premier. Con il coprifuoco, che per il premier e i ministri va mantenuto alle 22 anche la notte del 24 e del 31 dicembre, “andiamo già a incidere sulla convivialità“. Non ci sarebbe, quindi, un’indicazione del numero massimo di commensali a tavola, per il premier “impossibile da verificare”.
Tra le ipotesi, quella della messa di Natale alle 20 del 24 dicembre. Sulle funzioni religiose il governo si sta confrontando, spiegano le stesse fonti, con la Cei.
Il Governo pensa a una limitazione degli spostamenti tra Regioni, anche gialle, tra il 21 dicembre e il 6 gennaio. Il blocco della mobilità dovrebbe avvenire con legge ordinaria. Oltre alle consuete eccezioni, che riguardano motivi di necessità e urgenza, salute e lavoro, oltre al sempre consentito rientro nel proprio luogo di residenza, Giuseppe Conte ha messo sul tavolo dei capigruppo di maggioranza, secondo quanto si apprende, due ipotesi: quella di consentire solo il rientro nella propria residenza o domicilio o quella di limitare i flussi ragionando sul piano dei gradi di parentela. Il premier, viene spiegato, si sarebbe detto orientato a non legare spostamenti solo a residenza ma allargare ai ricongiungimenti famigliari senza però riaprire il dibattito su congiunti o affetti stabili. Ok, invece, alla possibilità di spostamento per raggiungere le seconde case, che potrebbe avvenire anche tra regioni diverse.
“Non possiamo permetterci vacanze sulla neve, ma mettiamo subito i ristori subito sul piatto”, avrebbe detto Conte. La stagione invernale, secondo il premier, potrà riprendere a febbraio e marzo e anche Francia e Germania dovrebbero rientrare in questa soluzione. Resta in dubbio la possibilità di chiudere o meno gli alberghi vicino agli impianti, in montagna. Conte si sarebbe riservato di fare un’ulteriore verifica: con gli impianti chiusi e lo stop alle mobilità tra le regioni potrebbero anche restare aperti.
Il nuovo dpcm potrebbe, inoltre, fermare le crociere nelle festivita’ natalizie. Una decisione finale non sarebbe stata ancora presa: “Si decidera’ dopo confronto con il Parlamento“, dicono dal governo.